Home Attualità ‘No allo sfascio della scuola statale’

‘No allo sfascio della scuola statale’

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Un documento regionale sulla questione delle scuola pubblica: verrà consegnato giovedì 11 giugno alle ore 12 dai segretari provinciali dei sindacati scuola di Cgil, Cils e Uil al Prefetto di Arezzo. Contemporaneamente a Firenze il documento verrà inoltrato al Presidente della Giunta Regionale e al Direttore Regionale del MIUR.
“I provvedimenti del Governo – ricordano i segretari provinciali dei sindacati scuola Cgil, Cisl e Uil, Alessandro Gabbrielli, Anna Mattini e Claudio Umani – stanno destrutturando il sistema scolastico pubblico. Noi ci siamo opposti a questo progetto e abbiamo rallentato la sua attuazione ma mancano le risorse e c’è il rischio che a settembre la scuola pubblica venga smantellata. E’ doveroso informare e coinvolgere le famiglie, i lavoratori, gli studenti e le istituzioni sulle conseguenze dei provvedimenti del Governo”.
Questo lo scopo dell’iniziativa organizzata unitariamente dai sindacati giovedì 11 giugno ad Arezzo e in tutta la Toscana dove, dalle operazioni fatte sugli organici 2009-2010 della scuola primaria, ci sono proiezioni che vedono molte classi formate da oltre 26 alunni.
“Ogni scuola perderà qualcosa – proseguono i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil. Rientri pomeridiani e presenze degli insegnanti durante la mensa, possibilità di effettuare i tre rientri nella primaria con 33 ore di attività settimanale, tutte le attività che si realizzavano grazie alle compresenze: recupero, classi aperte, laboratori, visite didattiche. Inoltre la scuola media che ritorna a 30 ore compromette la qualità dell’insegnamento e nelle scuole superiori l’accorpamento delle classi e la riconduzione delle cattedre a 18, creerà situazioni difficili”.
Il decremento degli organici della scuola primaria e della scuola media non possono garantire progetti individualizzati, integrazione degli alunni stranieri, potenziamento dell’offerta formativa così come vengono ridotti gli insegnanti nella secondaria superiore nonostante il rilevante aumento di alunni. Ciò determinerà la formazione di numerose classi con un numero di alunni superiore ai tetti previsti dalla normativa sulla sicurezza.
“Saremo di fronte – concludono Alessandro Gabbrielli, Anna Mattini e Claudio Umani – ad un elevato numero di perdenti posto con problemi di mobilità territoriale e professionale; alla cancellazione, al momento, di ogni prospettiva di stabilizzazione del personale precario, privo di ogni forma di ammortizzatori sociali; al taglio indiscriminato del personale ATA, che porta pregiudizio non solo al buon funzionamento delle segreterie delle scuole, ma anche alla stessa possibilità di apertura e vigilanza delle sedi scolastiche”.

Articlolo scritto da: Cgil, Cils e Uil