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Nuova energia alla fonderia Bastanzetti

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Nuova energia alla fonderia Bastanzetti

Arezzo non perde un pezzo della sua memoria e cioè uno dei principali edifici industriali della città: le ex fonderie Bastanzetti. Qui verrà realizzata la Casa dell’Energia. “Un esempio di architettura ecosostenibile, in grado di prevedere anche il recupero energetico”, ha affermato l’assessore Franco Dringoli. “Un’iniziativa – ha aggiunto l’assessore Roberto Banchetti – che s’inserisce nel quadro dell’attenzione del Comune ai temi dell’energia. Pensiamo a quanto stiamo realizzando nelle scuole”.
La Casa dell’Energia nasce dalla collaborazione di Comune di Arezzo e Coingas: “daremo nuova energia alla Bastanzetti – ha detto il Presidente Alberto Ciolfi. Sarà un “nodo” della rete delle eccellenze tecnologiche nazionali e luogo di studio e d’informazione in primo luogo sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili”. Il Presidente di Coingas ha annunciato che in autunno ci sarà un convegno storico, in collaborazione con l’Università, sulla Bastanzetti. E quindi una mostra sui temi dell’energia nella Galleria comunale d’arte contemporanea.
Le linee generali del progetto della Casa dell’Energia sono state illustrate dall’architetto Mauro Senesi, direttore dell’Ufficio lavori pubblici del Comune e dall’architetto Giovanni Guerrieri, alla guida del pool di progettisti che ha “disegnato” il futuro della vecchia Bastanzetti.
Oltre 2.000 metri quadrati di superficie per i quali è previsto di mantenere inalterati i caratteri strutturali, come l’impianto a corte centrale e l’ingresso rivolto alla città storica, riproponendo in chiave attuale materiali, colori e profili. Oltre a questi caratteri di fondo, due le novità di rilievo: la realizzazione di una pergola solare, di dimensioni pari a 716 metri quadrati e, sul piano della pergola stessa, pannelli fotovoltaici per 248 metri quadrati, atti a garantire all’edificio una totale autonomia energetica e porsi come modello di restauro “sostenibile”.
Prima di essere introdotto al cuore del museo, il visitatore, varcata la soglia di ingresso, si troverà in uno spazio urbano: la corte. Sei colonne in acciaio reggeranno l’intera struttura mentre una vasca servirà come punto di raccolta delle acque meteoritiche: quest’ultima, con l’acqua “a filo” rispetto alle quote del pavimento, diventa elemento di raccordo tra interno ed esterno del museo vero e proprio a cui si accederà attraverso passerelle sospese sull’acqua. In un gioco di luce e penombra il visitatore potrà salire sugli spalti delle mura, riportate adeguatamente alla luce e sfrondate dalla attuale vegetazione, e immergersi nel laboratorio interattivo o nella saletta-laboratorio. Una sala convegni, per 80 persone, una sala polifunzionale, la caffetteria, lo sportello informativo e la reception/bookshop arricchiranno la struttura.
Il rispetto della storia del luogo avverrà anche attraverso il recupero dei macchinari e dei vari oggetti presenti nella ex fonderia. Questi saranno utilizzati sia come oggetti di arredo e supporti informativi che come elementi di un “giardino delle sculture della Bastanzetti” sistemato in Largo Martiri delle foibe.