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Presidente Caroti su caso D’Alessandro

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AREZZO – In relazione ad alcune proteste ricevute in merito alla partecipazione alla conferenza stampa dell’Associació Cultural Altraitalia di Barcellona, preciso che è consuetudine di questa Presidenza ricevere il primo firmatario di petizioni depositate in Comune e che ovviamente non viene chiesto il certificato penale del presentatore.

Ho conosciuto Rolando D‘Alessandro all’Università di Barcellona quando svolse le funzioni di interprete tra le autorità spagnole e la delegazione ufficiale aretina che presentava il progetto e la mostra dei Della Robbia: ci disse che era aretino e che viveva da molti anni a Barcellona con la famiglia.

Il giorno successivo alla conferenza stampa, durante la quale nessuno ha posto dubbi sull’identità di Rolando D’Alessandro, ho appreso da un quotidiano il nome di Felice D’Alessandro e la storia che lo ha riportato all’attenzione dei media, storia che non conoscevo, anche perché all’epoca dei fatti avevo dieci anni.
Posso oggi come Presidente del Consiglio Comunale esprimere amarezza, ma non accetto accuse o strumentalizzazioni della vicenda, anzi avrebbero dovuto giungermi attestati di solidarietà perché ad essere colpito dal comportamento del D’Alessandro è proprio il sottoscritto, che si trova ad essere accusato di averlo ricevuto ignorando i suoi precedenti.

Voglio esprimere la mia vicinanza alla famiglia del Gorgai, alla madre e alla sorella che proprio mentre scrivo queste righe è venuta a trovarmi nell’ufficio di Presidenza e che mi ha dato la serenità di poter parlare con lei a cuore aperto: ed era la cosa a cui tenevo di più.