ROMA – Un anno e sei mesi di reclusione a Luciano Moggi e un anno e due mesi al figlio Alessandro. E' la condanna emessa dal Tribunale di Roma a conclusione del processo Gea. Assolti gli altri quattro imputati: Franco Zavaglia, Davide Lippi (figlio del ct azzurro), Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo.

Le condanne sono state inflitte soltanto per il reato di violenza privata in relazione ai rapporti con alcuni calciatori. I reati configurati erano associazione per delinquere, violenza e minacce. Assolti invece tutti gli altri imputati con formula piena.

Il pubblico ministero Luca Palamara aveva chiesto sei condanne: 6 anni per Luciano Moggi, 5 per suo figlio Alessandro, 3 anni e 6 mesi per Franco Zavaglia, 2 anni e 4 mesi per Francesco Ceravolo, 1 anno e 4 mesi per Davide Lippi, 8 mesi per Pasquale Gallo. Per questi ultimi due il pm nelle sue conclusioni aveva escluso la sussistenza del reato di associazione per delinquere.

I giudici sono entrati in Camera di Consiglio, durata oltre due ore, dopo aver ascoltato gli interventi difensivi dell'avvocato Franco Coppi, difensore di Davide Lippi, e di Giulia Bongiorno che ha assistito invece Alessandro Moggi.

Per sostenere l'insussistenza dei reati contestati ai due imputati hanno fatto ricorso a numerose deposizioni testimoniali fatte nel corso del processo dai numerosi calciatori, chiamati dalla pubblica accusa a raccontare gli episodi di cui sono stati protagonisti. Alcune di queste testimonianze, secondo i due penalisti, hanno dimostrato che nessun illecito può essere attribuito agli imputati.

Dopo la sentenza Luciano Moggi ha lasciato il Palazzo di Giustizia senza fare alcun commento. Il figlio Alessandro si è invece soffermato con i giornalisti per manifestare la sua amarezza. ''Non ho fatto nulla. Non ho niente da rimproverarmi – dice – Il Tribunale stesso ha escluso la sussistenza per il reato di associazione per delinquere che ci era stato contestato''.