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Raccolti devastati dai cinghiali, imprese agricole in ginocchio

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Raccolti devastati dai cinghiali, imprese agricole in ginocchio

Campi devastati, coltivazioni distrutte e raccolti in pericolo. A generare l’Apocalipse Now dell’agricoltura, ancora una volta, sono i cinghiali. Il reportage fotografico mostra con chiarezza i pesanti danni, causati dagli ungulati ai terreni freschi di aratura e semina: terreni dove i raccolti sono già compromessi. L’allarme arriva da Coldiretti della provincia che, ironia della sorte, solo poche settimane fa, ha ospitato la conferenza sulla caccia. “La nostra organizzazione non ha partecipato a quell’appuntamento – spiega il direttore Claudio Massaro -, perché non era lo strumento adeguato ad affrontare quella che è e resta una vera e propria emergenza. E, il fallimento dell’iniziativa, che non si è conclusa, come speravano gli amministratori, con la firma di un documento congiunto, lo conferma. Per le imprese agricole della nostra area il problema resta e con la primavera torna a manifestarsi in tutta la sua gravità. Gli interventi previsti dall’attuale normativa risultano oramai assolutamente insufficienti per il controllo delle popolazioni di ungulati, senza il ricorso a misure straordinarie, i numeri non potranno tornare alla normalità”, aggiunge il Direttore Massaro, sottolineando: “Da mesi ormai chiediamo alle istituzioni regionali strumenti idonei a fronteggiare un’autentica invasione, che rischia di mettere ko le nostre imprese: un pericolo reale, confermato anche dalla recente relazione inviata dall’amministrazione provinciale al dirigente del settore faunistico venatoria, pesca e servizi alle imprese della Regione Toscana. Nel documento sta scritto chiaramente: “il cinghiale è il selvatico che, sul nostro territorio, diventa la causa primaria di nocumento alle produzioni agricole. Si devono alla sua presenza i 270 mila euro di danni causati alle produzioni provinciali nel 2007… Dai censimenti svolti nel 2008 possiamo stimare che la sua densità è di 12.6 capi per 100 ettari di bosco, un dato preoccupante che supera i valori (7,3 per ha) già alti del 2007, in seguito alla maggiore natalità che si è registrata nella primavera dello scorso anno””. Le cifre parlano chiaro e confermano le preoccupazioni e gli allarmi di Coldiretti: “La questione ungulati è uno dei problemi più gravi con cui l’agricoltura toscana è costretta a confrontarsi. La nostra organizzazione lo ha spiegato chiaramente nel manifesto di mobilitazione e lo ha ribadito scendendo in piazza a Firenze lo scorso 27 novembre: una manifestazione imponente e partecipata, che ha visto la partecipazione di migliaia di imprenditori agricoli aretini, decisi a chiedere alla Regione misure eccezionali per riportare gli ungulati entro limiti sostenibili dall’agricoltura e dal territorio. Appello che rinnoviamo, avvertendo che, senza interventi adeguati, siamo pronti a riaccendere i trattori e a scendere di nuovo in piazza”, termina il direttore di Coldiretti Arezzo.