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Rassegna di mostre a Palazzo Chianini, tempo di bilanci

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L’Associazione culturale MEGA+MEGA-centro d’arte contemporanea in collaborazione con il Comune, la Provincia di Arezzo e la rete TRART della Regione Toscana, ha organizzato la manifestazione annuale dal titolo MARKER, conclusasi il 28 giugno a Palazzo Chianini-Vincenzi.
Una stagione che si è configurata come vera e propria fabbrica d’immagini dalla eccezionale violenza visiva, in grado di creare rappresentazioni disturbanti, affabulatorie o illusionistiche, fondate sul meccanismo che tende ad esorcizzare il disagio con l’ironia. Si è trattato, di una stagione energetica e corroborante animata dalla necessità di porsi come vitale alternativa al sistema della cultura di massa e dell'industria culturale.

CRUDO è stata in questo senso, un’esposizione collettiva degli artisti emergenti la cui attività si svolge tra Roma e Milano, spaziando nei più diversi campi d’interessi e applicazione. Provenienti dal panorama nazionale, i 24 artisti di CRUDO hanno offerto ad Arezzo un evento straordinario tenuto insieme dal lavoro sugli skates. Libero accesso alla creatività allo stato grezzo, il materiale messo in mostra è stato considerato come spazio d’azione, termine di paragone e movimento di opinioni partito dal basso. Un modo crudo dunque, non precotto o inquinato da compromessi, che si rifiuta di far parte di un mondo elitario e chiuso venato di atteggiamenti pseudo concettuali. Esponenti di una tendenza artistica definita dal termine New Pop, il lavoro degli artisti si è trasformato così (dal 07 marzo al 27 giugno) in un contenitore utile a condurre riflessioni sul carattere scanzonato, democratico e intelligente della creatività e ne è nato

CANTIERI è stata la rappresentazione di un lavoro in corso. Ha accolto e presentato le ultime novità dei giovani artisti sottolineandone le caratteristiche più interessanti. Area libera e sperimentale, CANTIERI ha illustrato i contributi assai differenziati di alcuni artisti del territorio. A guidarli l'idea che l'arte non sia legata necessariamente al luogo d'origine, bensì a contesti molteplici e a relazioni mutevoli.
Nell’ultima stanza di Palazzo Chianini-Vincenzi quindi, i progetti esposti e presentati tramite incontri pubblici, hanno offerto al visitatore l’occasione per esprimere giudizi ed ottenere spunti di riflessione. Gli incontri hanno presentato dipinti, installazioni e fotografie allo scopo di affrontare alcune delle tematiche più interessanti della cultura contemporanea. Con Storie di Cassandra di Paola Maffei (dal 19 aprile al 10 maggio), si è parlato di profezie che preannunciano i limiti di sostenibilità del pianeta terra. Oracolo che denuncia il crollo delle utopie relative al progresso, le storie raccontate in un’installazione complessa, erano materiale per una visione critica della società che affronta gli aspetti di un problema raccontato da scienziati e ambientalisti e vissuto dalla Maffei con scelte di vita rigorose. Il tutto tradotto in pratica con un buffet d’inaugurazione ecosostenibile per riflettere sul vivere Vegan.
A seguire, Manuela Mancioppi con un’installazione interattiva, dal titolo C’è, lo vedi? ci ha offerto una modalità di relazione immersiva e altamente interattiva con l’opera. Agendo nell’alveo della partecipazione del pubblico, il progetto (dal 17 al 31 maggio) ha chiesto all’utente di entrare in due tende da campeggio trasparenti e di giocare con fotografie di cieli e di nuvole da manipolare e rimontare a proprio piacimento. Un’installazione che indagava sulle potenzialità sinestetiche di un’esperienza che non trova compimento se non nella risultante di un tempo che è determinato dal pubblico stesso.
L’ultimo intervento invece (dal 14 al 28 giugno), ha fatto luce sulla ricerca di due diverse tipologie di fotografe: Claudia Chianini e Marta Primavera. Due diverse modalità d’intendere le finalità e gli usi della macchina fotografica che preludono a due altrettanto diversi schemi interpretativi del reale dalle evidenti complessità semantiche. Con “Past in Future di Claudia Chianini è emersa la misteriosa relazione che esiste tra gli archetipi recenti e la fresca interpretazione del second hand. Oggetti il cui uso è finito nel dimenticatoio, vengono trasformati in macchine del desiderio di dimensione monumentale e riassorbiti da una gamma cromatica inconsueta. Colori brillanti, vagamente elettrici hanno fatto il resto in un mix eclettico che ricorda le stampe decorative, fortemente orientate alla seduzione degli occhi.
Con Cafè Pipo di Marta Primavera invece, le atmosfere intime hanno fatto da contrappunto ad un reportage duro che racconta molte storie di donne diverse. Donne di origini africane che si lasciano scoprire solo in determinate condizioni e di cui pochissimo sappiamo. Un lavoro serio, in grado di scaturire lunghe riflessioni e un acceso dibattito che ha finito col mettere in rilievo il valore sociale e non moralistico della fotografia.
L’attività espositiva di Palazzo Chianini-Vincenzi è stata dunque un’occasione di incontro e di relazione orientata alla costituzione di un network, allo scopo di rendere più ampia la voce del singolo. Richiamando un pubblico ormai affezionato, l’associazione MEGA+MEGA ha voluto farsi carico della complessità della contemporaneità come terreno di ri-progettazione sociale e culturale che conosca e trasformi l’esistente. Il fine è stato in realtà un imperativo: creare quel sistema di relazioni sempre interconnesse che stanno alla base della diffusione dell’arte contemporanea e della partecipazione.