Home Cronaca ”Sì, lo voglio” e poi picnic sul prato

”Sì, lo voglio” e poi picnic sul prato

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ROMA – "Sì lo voglio" ma 'famolo strano' e 'al risparmio', magari con un piacevole pranzo al sacco organizzato in un parco pubblico, su una spiaggia o, nei casi più estremi, anche nel piazzale della chiesa in cui vi siete sposati.

Da ultimo approdo dei dissacratori di ogni tradizione, l'idea del 'ricevimento di matrimonio organizzato con un picnic' in questi tempi di crisi si sta insinuando nel mercato del 'giorno del fatidico sì'. Per risparmiare, ma anche avere la sensazione di fare qualcosa di unico, inesplorato, un po' fuori dagli schemi. Lo chiameremo 'wedding picnic': le formule che circolano sul web sono tante e pericolose perché il 'famolo strano' può facilmente fare scivolare in stile. Il numero? non importa.

"Abbiamo organizzato un picnic con 120 persone, pranzo al sacco, fuori dalla chiesa sconsacrata dove il comune celebra i matrimoni a Roma – racconta un orgogliosissimo Tiger sul web, che afferma di avere pagato al Comune solo 19 euro e 50 centesimi per la chiesa sconsacrata – Io avevo i vestiti di tutti i giorni, mia moglie un abito bianco di cotone comprato a Porta Portese. L'unica cosa che sognava era di avere i fiori in testa, allora ho sguainato un cavo ethernet ed ho utilizzato uno dei fili interni per sistemare i fiori. I genitori di mia moglie si sono presentati con una valigia di vodka, alle 9 di mattina".

"Beh così no! Se non ti occupi del benessere dell'ospite non invitare", tuona scandalizzata la principessa Maria Antonietta Pacelli, organizzatrice di eventi in questi giorni impegnata nei preparativi del G8. "Della serie 'famolo strano', l'esempio tipico della cafonaggine all'ennesima potenza. Gente che nella stranezza pensa di trovare chissà che. Già li vedo: tutti in fila, zainetto in spalla, con cibo, bibite e thermos per il caffè, giovani e nonna col bastone, non importa". "'Picnic Wedding' sì – afferma la Pacelli – ma con criterio, senza lasciare nulla al caso! Perché 'il pranzo al sacco' se organizzato bene può funzionare" e anche far risparmiare, optando per soluzioni in cui la location non si paga.

Spiagge? "può essere molto divertente". Parchi pubblici? "Attenzione potrebbe trasformarsi in un'esperienza spiacevole", spesso sono maltenuti e sporchi. L'importante è che il tutto sia già stato organizzato e curato nel dettaglio all'arrivo degli ospiti da un catering: "E' sempre un matrimonio a cui va data la giusta importanza, ed è cattivo gusto non farlo", sostiene con vigore la regina del bon ton.

Al servizio catering per i 'wedding picnic' punta GiNa, il ristorante romano, meta dei giovani 'leoni' capitolini, che ha inventato il raffinatissimo 'servizio picnic a Villa Borghese', prenotato addirittura dall'estero. "E' un noleggio, noi portiamo i cestini ed i tavoli d'appoggio su cui disporli, organizziamo il picnic, le stuoie su cui sedersi, eventuali addobbi floreali. Nei parchi lo abbiamo fatto senza problemi per grandi gruppi. Per i matrimoni non ci è ancora mai capitato, ma è un segmento di mercato molto divertente", afferma Gian Domenico Forcella, proprietario del locale, che ultimamente ha organizzato moltissimi 'picnic aziendali'. "Si potrebbero preparare cestini personalizzati con menù light – prosegue il ristoratore, maestro nella preparazione del 'cestino romantico' di solito ordinato per le proposte di matrimonio – ed un look curato nei minimi dettagli dal sacchetto per i biscottini, al mini-cheesecake, al fiore".

Il risparmio è considerevole in termini economici, perchè per quanto riguarda il rinfresco un 'wedding picnic' costa tra i 25 e i 40 euro a persona, contro i 100-130 del matrimonio tradizionale, senza contare l'abbattimento del costo d'affitto del locale.

Ma attenzione, avverte la principessa Pacelli, un 'picnic wedding' di stile non può prescindere dall'abito della sposa. "Il vestito deve essere fresco, leggero, divertente, con volant di organza, anche colorato", raccomanda Fausto Sarli, uno degli ultimi grandi sarti dell'haute couture romana, convinto che il 'picnic wedding' non riduca i costi dell'abito perché "su altre cose forse si vuole risparmiare, ma sull'abito sempre sognato non risparmia nessuno. In questo settore non c'è crisi – rivela il maestro – Noi quest'anno abbiamo rifiutato matrimoni!".

Articlolo scritto da: Adnkronos