Home Attualità Salari, Cisl e Uil: ‘Azzerare le tasse su secondo livello’

Salari, Cisl e Uil: ‘Azzerare le tasse su secondo livello’

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RIMINI – Dibattito aperto sui salari dopo l'intervento del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che, dalle colonne del 'Corriere della Sera', ha posto l'aut aut: ''Salari differenziati o stop agli sgravi per la parte variabile delle retribuzioni''. Dal Meeting di Rimini, il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, spiega: "Mi sembra giusto adattare meglio la detassazione alla contrattazione territoriale e aziendale. Ma a Sacconi e anche a Bossi che pongono il problema di come esaltare meglio la contrattazione territoriale e aziendale chiedo perché non tagliano del tutto le tasse con tasse zero sulla contrattazione di secondo livello".

Secondo Bonanni "per andare verso quello che dice Sacconi bisogna ridurre ancora di più le tasse eliminandole sul salario territoriale e aziendale". "La Cgil si sta avvicinando piano piano e in silenzio alle nostre posizioni – aggiunge poi -. Le saremmo riconoscenti se lo facesse con maggiore velocità". Il leader della Cisl fa poi notare che "sugli alimentaristi la Cgil ci seguirà al tavolo nonostante non abbia firmato l'intesa. Mi sembra che stia andando abbastanza bene". "Invece – conclude – per i metalmeccanici mi sembra che la cosa non vada, ma abbiamo ancora una speranza e non vogliamo perderla".

Sulla stessa linea il segretario della Uil, Luigi Angeletti, che, interpellato dall'ADNKRONOS, assicura "Applicheremo l'accordo" ma il governo "deve ridurre a zero l'aliquota, dando un incentivo in più, e deve elevare il tetto per la detassazione del salario di secondo livello". Il leader del sindacato di Via Lucullo si dice "assolutamente d'accordo" con le parole del ministro Sacconi e invita anzi l'esecutivo a fare qualcosa in più per sostenere la contrattazione di secondo livello.

"Applicheremo l'accordo che rende la contrattazione più vicina al posto di lavoro, più flessibile, legata all'andamento della produttività", insiste definendo l'accordo separato "un grande passo in avanti che porterà un aumento dei salari per i lavoratori". Niente a che vedere con le gabbie salariali che "non sono neanche tecnicamente realizzabili". Quello che si può fare, ribadisce Angeletti, "è applicare il modello che abbiamo".

Secondo il segretario confederale della Cgil, Susanna Camusso, Sacconi mette i sindacati di fronte ad un aut aut: dare il via libera ai salari differenziati oppure rinunciare alla detassazione degli straordinari. Nell'intervista, spiega, "ci sono alcune falsità e un atteggiamento ricattatorio". Semplicemente perché "la Costituzione riconosce la libertà contrattuale e il governo non può dire 'o fate così o cambiamo la legge'". Il ministro, prosegue Camusso, "continua a ripercorrere lo stesso schema, quello dell'isolamento della Cgil, quando ad esempio per il contratto degli alimentaristi la rottura è stata unitaria".

Senza dimenticare che per la detassazione degli straordinari, "c'è una legge e c'è stato l'accordo di tutti". Altra "falsità", puntualizza ancora il dirigente sindacale, è che l'accordo separato, quello sulla riforma del modello contrattuale firmato da Cisl e Uil ma non dalla Cgil, introduca la contrattazione di secondo livello: "al contrario l'accordo presenta il limite di non estenderla, utilizzando le stesse formule del '93". Piuttosto, le argomentazioni del ministro "suonano più come l'idea di una abolizione dei contratti". Più in generale, secondo Camusso, Sacconi "ha una visione paleoindustriale della società in cui la destribuzione del reddito avviene in una logica che nulla a che fare con la prestazione, con la professionalità, ma con una logica dei bisogni e della sussistenza. Non è l'idea di un sistema moderno".

Dal canto suo il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, sottolinea: ''Abbiamo firmato una riforma contrattuale importante che punta a migliorare i salari valorizzando il secondo livello e il territorio. Il sindacato è pronto a fare la propria parte, a partire dai primi rinnovi che ci aspettano in autunno, però – osserva – è fondamentale che il governo faccia anche la sua non solo attraverso incentivi fiscali, come la detassazione del salario variabile, ma – conclude Polverini – intervenendo a sostegno di quei territori dove il salario non è l'unica variabile che incide sul costo della vita''.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign