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Saldi estivi, il bilancio in provincia di Arezzo

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Saldi estivi, il bilancio in provincia di Arezzo

AREZZO – Si chiudono oggi (lunedì 7 settembre) i saldi di fine stagione, iniziati lo scorso 7 luglio in provincia di Arezzo come nel resto della Toscana. “Gli operatori aretini del comparto moda sono abbastanza soddisfatti – dichiara il direttore della Confcommercio Franco Marinoni – le vendite a saldo hanno tenuto rispetto ai volumi registrati lo scorso anno. Adesso però va visto se ai volumi di venduto corrispondono anche dei profitti adeguati. In ogni caso, nessuno pensa che il bilancio annuale di un’azienda possa basarsi sul risultato dei saldi”.

Secondo l’indagine di Confcommercio, i risultati migliori sono arrivati nell’abbigliamento per uomo e bambini, a cui i ribassi hanno impresso una vera accelerata. Più sottotono invece le vendite a saldo per la donna, che però rimane la consumatrice più fedele durante tutto il corso dell’anno.

Tra le caratteristiche principali dei saldi estivi 2009, l’assenza del canonico assalto dei primi giorni: “un po’ tutti gli operatori ci hanno confermato che i saldi quest’anno sono partiti più lenti rispetto al passato, ma hanno mantenuto un trend più solido per tutto il periodo. Questo – aggiunge Marinoni – confermerebbe che i comportamenti dei consumatori sono ancora improntati alla cautela, anche nei casi in cui la capacità di spesa non è stata intaccata”. Il merito della tenuta va anche del clima caldo, “che ha prolungato la durata della stagione estiva ben oltre la metà di agosto”.

Si conferma poi la forbice tra i negozi di target medio-alto e gli altri, resa evidente in maniera forte negli ultimi anni dalla contrazione dei consumi. “Regge chi si è rinnovato o specializzato – spiega il direttore dell’associazione di categoria – chi offre prodotti di marca con buon rapporto qualità-prezzo e molti servizi, dalla sartoria che prsonalizza i capi all’assistenza post-vendita. Per gli altri, la crisi dei consumi sta continuando a fare una selezione feroce ed è prevedibile purtroppo che entro la fine dell’anno qualche altra attività abbassi per sempre la serranda”.

L’andamento delle vendite di fine stagione risente anche delle differenze territoriali: “Le aree più vicine ai grandi centri– sottolinea Marinoni – hanno registrato performance migliori. Lì la presenza di competitori forti e la concorrenza agguerrita, vedi spacci aziendali, ha costretto gli imprenditori a consolidarsi prima e meglio dei colleghi di altre zone più periferiche. Così per la maggior parte si tratta di negozi fortemente specializzati e attrattivi”. Saldi più al rallenty invece nei piccoli centri, soprattutto tra Casentino e Valtiberina.

In generale, comunque, i saldi hanno ancora un certo appeal in provincia di Arezzo, a differenza di quanto accade in altre regioni d’Italia. Stando all’indice dei consumi di Confcommercio, infatti, i mesi estivi hanno visto una flessione delle vendite per abbigliamento e calzature del -2,6%, nonostante i saldi. “Da noi invece in certi casi le vendite sono aumentate anche del +10% rispetto alla stagione normale. Ma, ancora una volta, per le imprese è un problema di profitti, non di passaggio di merci, e l’aumento delle vendite non sempre si traduce in un aumento dei ricavi. Anche gli studi di settore dovrebbero tenerlo in considerazione perché finora hanno sovrastimato i margini della categoria”.