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Sanità, i manager delle Asl puntano sul privato

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ROMA – Largo ai privati in sanità. A chiederlo sono i direttori generali delle aziende ospedaliere e delle Asl italiane. Per migliorare l'offerta di servizi, l'81% dei dirigenti è favorevole a valorizzare il settore privato. Sottoponendolo, però, a controlli più rigorosi. E' quanto emerge dall'indagine 'La sanità secondo i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere', condotta dal vicedirettore generale del Censis, Carla Collicelli, in collaborazione con la Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie ospedaliere). La ricerca, diffusa oggi a Roma nel corso della presentazione del 'Rapporto 2009: il sistema sanitario in controluce', organizzato da Fondazione Farmafactoring, ha chiesto ai dirigenti di individuare i problemi della sanità italiana. Il 70% degli interpellati ha posto l'indice sulle carenze dell'assistenza sul territorio. Un altro 70% ha indicato, tra le cause dei disservizi del sistema, la mancanza di risorse rispetto ai fabbisogni reali. E ancora: il 36% ha sottolineato la scarsa attenzione alla cultura e alla pratica manageriale, e il 34% l'eccesso di ospedali rispetto ai bisogni assistenziali. Tra le proposte avanzate per migliorare l'offerta sanitaria, il 66% dei direttori generali interpellati propone l'attivazione di un confronto verificabile e trasparente delle performance dei vari provider, il 64% la costruzione di un sistema organico per la diffusione e il trasferimento delle 'best practice'. Dall'indagine è emerso inoltre un dato particolarmente significativo: meno del 20% dei direttori generali vuole un'assistenza tutta pubblica.