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Shoah, Arezzo non dimentica e si gemella con Auschwitz

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Shoah, Arezzo non dimentica e si gemella con Auschwitz

“Siamo da sempre impegnati a mantenere viva la memoria della Shoah. Ma oggi è più che mai necessario intensificare l’impegno delle comunità locali. I messaggi e gli insegnamenti di grandi figure di riferimento quali Papa Benedetto XVI ed il Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano devono tradursi in impegni concreti a livello locale da parte delle istituzioni”. Così il Sindaco Giuseppe Fanfani annuncia il gemellaggio tra il Comune di Arezzo e quello di Oswiecim in Polonia, nel Voivodato della Piccola Polonia.
Un comune conosciuto in lingua yiddish come Oshpitizin. Ma il mondo intero lo conosce nella versione tedesca e cioè come Auschwitz.
Grazie all’azione dell’Aiccre, l'Associazione Italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa, ci sono già stati contatti tra il Sindaco Fanfani ed il suo collega polacco, Janusz Marszalek. I risultati verranno presentati nel corso di una conferenza stampa che il 18 febbraio terranno nella Sala Rosa il Sindaco Fanfani ed la responsabile delle relazioni esterne e gemellaggi dell’ Aiccre, Marijke Vanbiervliet.
“Le recenti affermazioni di Benedetto XVI ci hanno rafforzato nella nostra decisione – commenta Fanfani. Condividiamo fino in fondo la dichiarazione che ‘la Shoah è stata un crimine contro Dio e l'umanità ed è inaccettabile e intollerabile chi la nega o la minimizza’. E vogliamo che sia patrimonio di tutti il commento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: ‘noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo mai la Shoah. Non dimentichiamo gli orrori dell’antisemitismo, che è ancora presente in alcune dottrine, e va contrastato qualunque forma assuma’”.
I contenuti del gemellaggio sono in fase di definizione. “Il nostro obiettivo è di trasformare l’impegno di un giorno nel lavoro di un anno – conclude il Sindaco Fanfani. La conservazione della memoria, lo studio della Shoah sono strumenti per la crescita culturale della nostra comunità. E sono gli strumenti per mantenere vivi, soprattutto tra i giovani, i valori della pace, della democrazia, del dialogo e della tolleranza”.

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