MODADISCIO – E' di 50 morti e 100 feriti il bilancio dell'attentato kamikaze compiuto oggi nella città somala di Beledweyn, nella provincia di Hiran.

Secondo quanto riferisce la tv araba 'al-Jazeera', il kamikaze si è scagliato contro l'hotel Medina della città mentre il ministro della Sicurezza, Omar al-Hashi, e l'ambasciatore etiope in Somalia, Abdul Karim Taqqiwi, stavano per uscire insieme ad altri ufficiali e capi tribù locali da una riunione conclusasi poco prima.

La deflagrazione che li ha investiti e uccisi è stata molto potente e ha completamente distrutto l'hotel dove da alcune settimane soggiornava il ministro. La riunione era stata convocata per cercare di trovare una soluzione per la gestione del potere in quella provincia.

A rivendicare l'attacco sono stati i cosiddetti 'Shabab', gruppo noto come Giovani Mujahidin. Secondo la tv qatariota, la presenza di numerosi capi clan locali tra le vittime dell'attentato potrebbe ora spingere tutte le tribù di Hiran a schierarsi contro i ribelli islamici, e in particolare i Giovani Mujahidin, e a favore del governo transitorio.

Dopo l'attentato un appello è stato lanciato dal presidente somalo Sharif Sheikh Ahmed: "Chiediamo aiuto alla comunità internazionale e ai somali per respingere gli attacchi dei terroristi".

Nel corso di una conferenza stampa a Mogadiscio e ripresa dalla tv araba 'al-Jazeera', Sharif ha confermato la morte del ministro della Sicurezza interna Omar al-Hashi, e dell'ambasciatore etiope in Somalia, Abdul Karim Taqqiwi. "Questi terroristi eseguono nel nostro Paese ordini che arrivano dall'estero – ha aggiunto Sharif – Il ministro è morto oggi per mano di terroristi che non vogliono la pace in Somalia e non vogliono che il nostro Paese abbia uno stato".

Articlolo scritto da: Adnkronos/Aki