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Sospensione dei debiti delle PMI verso il sistema creditizio

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Sospensione dei debiti delle PMI verso il sistema creditizio

«Un accordo utile per dare risposte alle difficoltà e alle aspettative delle imprese e dell’economia italiana». Il presidente provinciale di Confartigianato Imprese Giovan Battista Donati commenta così l’intesa per la sospensione del rimborso delle quote capitale dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio firmato pochi giorni fa assieme alle altre confederazioni della produzione e del commercio, l'ABI e il Ministero del dell'economia.
E dopo aver espresso «soddisfazione in attesa di ulteriori strumenti esecutivi» aggiunge: «È molto importante che il sistema bancario recepisca e attivi velocemente le indicazioni contenute nel documento sottoscritto, mostrando un nuovo approccio nei confronti dei piccoli imprenditori i quali non hanno perso la voglia di investire sulla propria azienda e di reagire alla crisi. Ma questa loro propensione deve trovare un atteggiamento altrettanto coraggioso da parte degli istituti bancari».
La crisi infatti sta provocando tensioni nella gestione finanziaria delle imprese e in molti casi concrete difficoltà economiche e quindi l’ammortamento di un anno può dare nuova linfa alle imprese e ai loro dipendenti.

Dunque gli interventi posti in essere attraverso appaiono secondo Donati «opportuni» per favorire l’equilibrio finanziario di numerose imprese, contenere gli effetti del ciclo economico negativo e preparare al meglio le opportunità della ripresa. Tutti questi aspetti sono stati sapientemente fotografati dall’Osservatorio Ispo-Confartigianato che rileva l’atteggiamento delle piccole imprese nei confronti della crisi.

Secondo l’Osservatorio, tra aprile e luglio 2009, il 26% degli imprenditori che hanno linee di credito attive ha percepito azioni restrittive da parte delle banche. In particolare, tra le difficoltà di accesso al credito, gli imprenditori segnalano soprattutto la richiesta di maggiori garanzie (lo denuncia il 64% degli intervistati), la richiesta di rientro sul fido utilizzato (28% delle risposte), l’incremento dello spread sui tassi di interesse (20%) la richiesta di rientro sul credito in conto corrente non utilizzato (12%). Da aprile a luglio è aumentata dal 9% al 28% la quota di imprenditori che dichiara di aver ricevuto dalle banche la richiesta di rientro sul credito in conto corrente non utilizzato.
«Auspico – conclude Donati – che la definizione dell’intesa sottoscritta rappresenti solo l’inizio di una fase che, passata la prima brevissima sperimentazione, metta in campo ulteriori strumenti come la ristrutturazione ed il consolidamento dei debiti a breve nell’attesa della ripresa economica. La semplicità, la concretezza e la tempestività – principi che hanno ispirato questo documento – rappresentano infatti i fattori dai quali dipenderà il successo dell’iniziativa e che dovranno caratterizzare anche le fasi di divulgazione ed applicazione da parte di tutte le parti sociali coinvolte ed in particolar modo del sistema bancario. Vorrei concludere con un piccolo esempio, se il sistema bancario è assimilabile al carburante di una macchina e quindi l’economia è la nostra autovettura, non ci dimentichiamo che se l’economia entra in crisi andranno in crisi anche molti distributori quindi è bene che tutti quanti si attivino e “facciano la loro parte” non solo i piccoli imprenditori».