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Stadio off limit agli ultras che contestano la polizia

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ROMA – Stadio off limit per gli ultras che "contestano" duramente la polizia durante le partite, inneggiando alla morte dell'ispettore Filippo Raciti, morto il 2 febbraio del 2007 in occasione degli scontri tra le forze dell'ordine e la tifoseria catanese.

La linea dura arriva dalla Cassazione che sottolinea come, in casi del genere, dato il livello di "pericolosità sociale" della tifoseria, oltre al Daspo il questore può legittimamente obbligare il "tifoso" a presentarsi negli uffici della questura.

In questo modo, la Terza sezione penale (sentenza 1462) ha confermato nei confronti di Luca P., 37enne tifoso del Parma, il divieto di accedere per due anni negli stadi dove si svolgono le partite di calcio disputate dalla sua squadra del cuore, con l'obbligo di presentarsi presso gli uffici della Questura di Parma al 20esimo e al 70esimo minuto della partita nei giorni in cui si terranno le manifestazioni sportive.

Come ricostruisce la sentenza di Piazza Cavour, verso le 18 del 9 marzo 2008, al termine dell'incontro di calcio del campionato di seria A Parma- Sampdoria svoltosi allo stadio Tardini, "un centinaio di giovani della tifoseria 'ultras' del Parma inziava una contestazione nei confronti della squadra e della sua dirigenza davanti ai cancelli della tribuna centrale, dove erano stati predisposti i servizi di polizia".

Uno di loro era riuscito a sfondare il cancello, attirando l'attenzione della polizia che stava procedendo alla videoripresa di quanto accadeva e Luca P. "profferiva frasi oltraggiose contro l'operatore della polizia scientifica del tipo 'sei del sistema… prendi mille euro vuoi la mia faccia….ma vaf…" e inneggiando alla morte di Raciti: "lo avete ucciso voi lo sapete…".

Da qui il provvedimento del gip del Tribunale di Parma ,disposto il 21 marzo 2008, che convalidava il divieto imposto dalla Questura. Inutile il ricorso dell'ultras in Cassazione. La Suprema Corte, nel respingere il ricorso di Luca P., ha evidenziato che "le frasi oltraggiose proferite all'indirizzo delle forze di polizia ed il riferimento da lui fatto all'ispettore Raciti si inseriscono in questo contesto di protesta violenta e quindi si colorano anch'esse come "episodio di violenza".

Perciò, annota la Cassazione, impedire l'ingresso allo stadio con l'obbligo di firma in questura non è un provvedimento eccessivo visto che il divieto si applica anche nei cconfronti "di chi abbia preso parte attiva ad episodi di violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive", ma anche nei confronti di chi "nelle medesime circostanze abbia incitato, danneggiato o indotto alla violenza", contestando le forze dell'ordine e inneggiando alla morte di Raciti.