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Striscia: Laudadio a Parigi intervista Jean Claude Rimbaud

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Striscia: Laudadio a Parigi intervista Jean Claude Rimbaud

Nella puntata di “Striscia la Notizia”, in onda stasera, venerdì 15 maggio 2009, una nuova puntata di Fornelli Polemici. L’autorevole “Le Monde 2”, una settimana dopo la bagarre sulla gastronomia scatenata dai servizi del tg satirico, ha pubblicato un servizio dal titolo “Cuisine Moleculaire: L’additif Passe Mal”, in cui si manifestavano perplessità sulla cucina molecolare.

L’inviato Max Laudadio, a Parigi, intervista l’autorevole giornalista del quotidiano francese “Le Monde”, Jean Claude Rimbaud.

“Gli additivi chimici hanno buone ragioni di esistere nell’industria e in un certo numero di settori, ma non in cucina”-afferma Rimbaud ai microfoni di Striscia- “Quello che è certo è che un certo additivo chimico, che ha lo scopo di migliorare un prodotto, oggi, effettivamente, è utilizzato in cucina come sostituto di un prodotto, o come un mezzo per pagare meno il prodotto e guadagnare di più. Ritengo che l’uso di additivi, coloranti e altro debba essere vietato nel momento in cui interviene senza che il cliente, colui che mangia, lo sappia. E’ un sotterfugio, è falso, è un trucco, non c’è verità. Il suggerimento ai cuochi è di indicare nel menù gli additivi aggiuntii. Ma io sarei dell’idea di eliminarli del tutto”.

In merito ai cuochi molecolari Adrià, Soler e Blumenthal dichiara:“Per quanto riguarda Ferran Adrià e Soler, il discorso è diverso..è il cosiddetto fenomeno catalano. Si tratta di pubbliche relazioni per far parlare ancora una volta del Calamanjoy e dei suoi ristornati. Ma non ha a che fare affatto con la cucina. Adrià ha risposto un giorno che il sale è chimico, ma non ha senso, non è vero. Se mangio 3 kg di sale sto male…una stessa sostanza può essere nefasta o avere effetti favorevoli secondo la quantità utilizzata. Il potere pubblico deve vigilare su questo. Nel caso di Blumenthal, i suoi 450 clienti sono stati male per un mese. Gli inglesi non hanno indagato più di tanto. Si è parlato di Virus, hanno fatto anche il nome di Al Quaida. Sarebbe bastato guardare nei piatti che avevano mangiato queste persone, ma si sono ben guardati dal farlo”.

Sulla classifica gastronomica “World's 50 Best Restaurant” dichiara perplesso: “E’ una bellissima operazione di marketing e osservando bene il premio si nota che a 800 giurati nel mondo si chiede di indicare i 5 migliori cuochi senza rendere pubblica la votazione assegnata e lo scarto tra l’uno e l’altro. Quindi è un operazione di notorietà che però non ha nulla a che vedere con il talento e con la qualità”.

Conclude: “Credo sia necessaria una regolamentazione ben chiara riguardo all’utilizzo e ai modi di impiego di questi prodotti e soprattutto un’informazione ben chiara e seria alla clientela. In questo periodo di crisi un cuoco potrebbe essere tentato di usare la cellulosa per gonfiare il prodotto o per dare una qualche sorta di effetto. Ora, se si intende introdurre l’uso di queste sostanza sono a favore di una regolamentazione seria e precisa”.