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Teheran, lanciato missile a lunga gittata

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Teheran, lanciato missile a lunga gittata

TEHERAN – L'Iran ha testato oggi un missile a lungo raggio Shahab-3. A riferirlo, rende noto la CNN, è stata l'emittente Press TV.

Il test ha avuto successo, hanno reso noto i portavoce dei Guardiani della Rivoluzione parlando del lancio. Il missile ha una gittata di 2mila chilometri ed è stato testato nel secondo giorno di manovre militari annunciate da Teheran proprio all'indomani delle rivelazioni dell'esistenza di un secondo impianto di arricchimento dell'uranio finora tenuto nascosto da Teheran.

Ieri sono stati testati due missili a medio raggio. I vertici militari iraniani hanno più volte affermato di essere pronti ad usare un missile Shahab 3 per colpire Israele in caso di un attacco israeliano contro i propri siti nucleari. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Hassan Ghashghavi, ha comunque affermato che i test missilistici in corso non hanno nulla a che vedere con la vicenda dell'impianto di Qom, ma sono parte di esercitazioni annuali realizzate per controllare e migliorare la capacità di deterrenza delle forze iraniane in caso di risposta ad un attacco.

Il portavoce è tornato a poi confutare il fatto che l'impianto realizzato tra le montagne nei pressi della città di Qom fosse segreto, affermando che era stata informata l'Aiea e che la struttura è destinata solo a scopi civili. Ed ha poi attaccato l'agenzia atomica internazionale per aver reso nota l'esistenza dell'impianto violando un vincolo di riservatezza.

Secondo il quotidiano 'New York Times' l'Amministrazione del presidente statunitense Barack Obama dovrebbe presentare nei prossimi giorni al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite un nuovo pacchetto di sanzioni contro il programma nucleare iraniano. Tra le misure allo studio ci sarebbero il divieto per la comunità internazionale di investire nell'industria energetica iraniana e ulteriori restrizioni al sistema bancario di Teheran, già in difficoltà per il blocco alle transazioni che rallenta l'attività all'estero di numerosi istituti di credito.

II 'New York Times' cita fonti governative secondo le quali in queste ore la diplomazia americana è al lavoro per costruire una più ampia coalizione di Paesi favorevoli all'inasprimento delle sanzioni. L'obiettivo è fare pressioni sui governi di Pechino e Mosca, che al momento preferiscono una soluzione diplomatica della crisi considerati i rilevanti interessi economici che hanno in Iran.

"Ci sono molte opzioni ancora disponibili", ha affermato in un'intervista il segretario di Stato per la Difesa, Robert Gates, che ha sottolineato come le sanzioni contro l'Iran in questa fase hanno l'obiettivo di impedire lo sviluppo tecnologico del settore energetico.

Per il momento, riferisce il 'New York Times', gli Usa non sembrano in grado di far approvare dal Consiglio di Sicurezza un embargo all'import iraniano di prodotti petroliferi raffinati. Alcuni Stati europei, infatti, temono le conseguenze di questo provvedimento che avrebbe i suoi effetti devastanti soprattutto sulla popolazione e potrebbe infiammare l'opinione pubblica interna e compattare il Paese dietro al presidente Mahmoud Ahmadinejad.

Certo è che l'annuncio da parte delle autorità iraniane di un nuovo sito per l'arricchimento dell'uranio a Qom e i test missilistici condotti ieri e oggi dalla guardie della rivoluzione non contribuiscono a creare un clima disteso in vista del summit del primo ottobre in Svizzera. In quell'occasione i rappresentanti del gruppo di contatto 5+1, ovvero dei Paesi che hanno diritto di veto all'Onu più la Germania, incontreranno una delegazione iraniana. Si tratta di un primo vertice preliminare che servirà a valutare se esistono le condizioni per l'avvio di un vero e proprio negoziato con Teheran.

La minaccia di un inasprimento delle sanzioni, conclude il giornale, in questa fase è uno strumento di pressione con cui la comunità internazionale sta cercando di persuadere l'Iran a fornire informazioni sulla natura del proprio programma atomico e ad aprire i propri siti nucleari agli ispettori dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica.

Inoltre, tutt'altro che scontato appare il sostegno della Russia al nuovo pacchetto di sanzioni al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove Mosca ha il diritto di veto come la Cina.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign