Home Attualità Terremoto Abruzzo: Ispra, geologi sul campo

Terremoto Abruzzo: Ispra, geologi sul campo

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L’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – è struttura operativa del Servizio Nazionale della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ha un rappresentante nel Comitato Operativo della Protezione Civile Nazionale. In virtù di questo ruolo, a seguito dell’evento sismico che ieri ha colpito violentemente l’Abruzzo, l’Istituto è stato chiamato a svolgere attività emergenziali e post emergenziali. In particolare, il Dipartimento Difesa del Suolo ha coinvolto geologi, geofisici, topografi e specialisti di cartografia; il Servizio Interdipartimentale Emergenze è stato incaricato di assicurare il coordinamento di tutte le attività connesse a questa emergenza e tra le differenti strutture interne dell’ISPRA, in raccordo con il MATTM, per l’individuazione delle attività e delle risorse umane, logistiche, operative e strumentali da mettere a disposizione in questa prima fase di emergenza.
Complessivamente, le risorse umane con competenze tecniche messe a disposizione dall’ISPRA per le esigenze del Dipartimento della Protezione Civile sono pari a 54 unità.
Sono state contattate le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente di Lazio, Abruzzo, Molise, Umbria, Marche ed Emilia Romagna per verificare sia eventuali implicazioni ad impianti situati in zone limitrofe all’area interessata dal sisma, sia la disponibilità ad assicurare il proprio supporto alle eventuali esigenze di ulteriore personale tecnico.
Presso la sala Cevad della Sede di Via Brancati, è stata istituita un’apposita Sala Emergenza, quale punto di contatto dell’Istituto che dovrà assicurare il flusso della comunicazione in entrata e in uscita per tutto il periodo dell’emergenza.

Il giorno stesso dell’evento, nel primo pomeriggio del 6 aprile, è partita una squadra di personale geofisico – 9 unità di personale suddivise in 4 squadre – per misurare, nell’area limitrofa all’epicentro, gli spostamenti del terreno dopo il sisma, attraverso la rete di monitoraggio GPS (Global Positioning System) e in collaborazione con il Servizio Sismico della Protezione Civile e l’INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Il giorno 7 mattina sono partite altre tre squadre per eseguire rilievi degli effetti geologici e ambientali del terremoto (frane, fratture, crolli di materiali, variazioni di portata delle sorgenti), sia nell’area dell’epicentro che nella porzione di territorio a Nord Ovest de L’Aquila, dove sono in corso studi sulla pericolosità dell’area per frana.
I sopralluoghi finora effettuati hanno evidenziato ad oggi alcune fratture del manto stradale e crolli di roccia lungo tagli stradali, nonché danneggiamento degli argini del fiume Aterno nei pressi del ponte lesionato tra Onna e Fossa.
Ulteriori sopralluoghi sono tuttora in corso e proseguiranno nei prossimi giorni per valutare tutte le situazioni di rischio residuo.