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Terziario, ad Arezzo il primo contratto integrato provinciale

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Terziario, ad Arezzo il primo contratto integrato provinciale

AREZZO – Confcommercio e i sindacati di categoria dei lavoratori Filcams CGIL, Fisascat CILS e Uiltucs UIL hanno siglato per la prima volta ad Arezzo l’accordo integrativo provinciale per i dipendenti da aziende del commercio e dei servizi. Un provvedimento che sulla carta interessa oltre sessantamila addetti dei due comparti e che, di fatto, integra il contratto collettivo nazionale precisando nel dettaglio diritti e doveri di datori di lavoro e lavoratori. Che dalla nuova intesa, la prima in assoluto a livello provinciale, possono allo stesso modo trarre vantaggi in termini di praticità, tempo e flessibilità alle esigenze personali e aziendali.

Il documento è stato presentato oggi (martedì 19 maggio) presso la sede di Confcommercio durante la conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente di Confcommercio Arezzo Benito Butali, il direttore Franco Marinoni e i segretari delle tre sigle sindacali Loretto Ricci (Filcams CGIL), Giovanni Marini (Fisascat CISL) e Marco Conficconi (Uiltucs UIL).

Il patto Ascom-sindacati nasce con l’intento di regolamentare quegli aspetti del rapporto di lavoro che la contrattazione collettiva nazionale rimandava alla contrattazione di secondo livello, da realizzare, appunto, a livello provinciale fra le organizzazione di categoria datoriali e i sindacati dei lavoratori, oppure a livello aziendale, nel caso di grandi imprese. Quanto scritto nell’accordo firmato nei giorni scorsi non varrà quindi per le imprese aretine della distribuzione e dei servizi che hanno già perfezionato una intesa aziendale con i propri dipendenti.

L’esigenza di normare più approfonditamente ogni elemento del contratto è nata dalla considerazione della rapida e progressiva crescita che dagli anni Ottanta ad oggi ha coinvolto il terziario, portandolo a sopravanzare la produzione sia in termini di ricchezza prodotta che di numero di occupati. Nell’ultimo quadriennio in particolare, un po’ in ritardo rispetto alla media nazionale, anche in provincia di Arezzo “la quota maggiore di ricchezza e soprattutto di occupazione è espressa dalle attività del terziario. È un dato significativo – si legge nella premessa dell’accordo – che deve essere valutato con attenzione per definire le strategie di sviluppo, consolidamento e ripresa del sistema economico”. A questo si aggiunge la consapevolezza di come il settore si contraddistingua anche “come un grande bacino occupazionale con professionalità elevate, ma con contratti di lavoro a volte troppo flessibili che necessitano di maggiore stabilizzazione anche nell’interesse delle imprese”. Da qui, l’importanza di “rafforzare e consolidare le relazioni sindacali tra gli attori protagonisti del sistema che sono l’impresa nel suo complesso, cioè l’imprenditore ed i lavoratori dipendenti”.

Tra gli aspetti su cui si è concentrata l’attenzione di Confcommercio e dei sindacati di categoria nel testo dell’accordo troviamo la regolamentazione e retribuzione del lavoro domenicale e festivo, la programmazione delle ferie, i congedi per malattie particolarmente gravi e prolungate e la tutela dei lavoratori che svolgono attività di volontariato, passando per gli strumenti di conciliazione delle controversie, la determinazione del salario variabile e lo stanziamento di fondi per la formazione continua, considerata un valore aggiunto per imprese e lavoratori.

“Si trattava – spiegano le quattro organizzazioni firmatarie – di definire nero su bianco alcuni aspetti del rapporto fra datore di lavoro e dipendente che finora erano stati regolati spesso con il buon senso e una stretta di mano fra le parti, ma che in sede di controversie potevano trasformarsi in un boomerang per entrambi perché mancavano di agganci con quanto previsto dalla contrattazione nazionale”.

Qualche esempio: se finora il contratto nazionale obbligava il dipendente ad usufruire di almeno due settimane consecutive di ferie delle quattro concesse all’anno, adesso con il nuovo accordo, se il lavoratore lo vorrà, potrà frammentarle ulteriormente fino ad arrivare anche ad una sola settimana unitaria. Un cambiamento importante, che viene incontro al mutato stile di vita per cui sempre più persone preferiscono vacanze corte, ma più frequenti, alla tradizionale pausa lunga anche un mese intero, di moda qualche anno fa. Prima del nuovo accordo, il fenomeno delle vacanze frazionate, sebbene presente in molte aziende con l’esplicito consenso delle parti, sarebbe stato considerato irregolare alla luce della sola normativa nazionale.

Ancora: sul fronte delle ore di permesso retribuite, sarà possibile goderne anche singolarmente, non necessariamente in gruppi di 4 o 8 come prescriveva il contratto nazionale. E un pacchetto di permessi speciali retribuiti, 24 ore in più oltre a quelle previste dal contratto, saranno riconosciute ai lavoratori affetti da malattie oncologiche o di eccezionale rarità e comunque invalidanti, in considerazione della necessità di agevolare il loro ristabilimento psico-fisico.

Importante la costituzione, presso l’ente bilaterale del commercio e dei servizi, di una commissione che permetterà di beneficiare dei particolari trattamenti contributivi-previdenziali previsti per legge nei confronti delle imprese che, a titolo di riconoscimento, erogano ai propri dipendenti un salario variabile.

Sempre in seno all’ente bilaterale nascerà la Commissione di conciliazione, per risolvere – o prevenire – eventuali controversie di lavoro in sede extragiudiziale. Nella convinzione che, in molti casi, anziché ricorrere alle sedi preposte come l’Ufficio del Lavoro, nelle vertenze individuali sia più semplice e immediato trovare intese in sede sindacale, in un rapporto mediato ma franco tra aziende e dipendente.