Home Cronaca Tre anni fa la scomparsa dei fratellini di Gravina

Tre anni fa la scomparsa dei fratellini di Gravina

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BARI – Esattamente tre anni fa, il 5 giugno del 2006, Francesco e Salvatore Pappalardi, due fratellini di 13 e 11 anni, scomparvero a Gravina in Puglia, in provincia di Bari. Furono ritrovati il 25 febbraio del 2008, morti in una cisterna sotterranea di una casa abbandonata a poca distanza da piazza delle Quattro Fontane dove erano stati visti per l'ultima volta alle 21,30.

Dopo 20 mesi di mistero, piste fasulle, errori nelle indagini e accuse incrociate, soprattutto all'interno della famiglia degli sfortunati ragazzi, si scoprì che i fratellini erano caduti, quasi certamente in modo accidentale, in quel pozzo del casale al centro della città.

Pochi giorni dopo il ritrovamento dei cadaveri, il padre, Filippo Pappalardi, che era stato arrestato a novembre del 2007 con le tremende accuse di sequestro di persona, omicidio e duplice occultamento di cadavere, venne prima posto ai domiciliari, in seguito alla derubricazione delle accuse (da omicidio ad abbandono di minore seguito da morte) da parte del gip Giulia Romanazzi, e poi scarcerato ad opera dello stesso gip su richiesta del pubblico ministero, Antonino Lupo, che lo aveva accusato.

Il 16 ottobre del 2008 il pm chiese l'archiviazione del fascicolo di inchiesta a carico dell'uomo. Una richiesta contro la quale si oppose la madre dei fratellini Rosa Carlucci, separata da tempo da Filippo Pappalardi, che presentò un'istanza mediante il suo legale, l'avvocato Danilo Penna. Il 28 maggio del 2008, intanto, la I sezione penale della Corte di Cassazione, su ricorso del legale di Pappalardi, Angela Aliani, aveva annullato senza rinvio sia l'ordinanza con la quale il gip di Bari Giuseppe De Benedictis a fine novembre del 2007 aveva disposto l'arresto di Pappalardi, sia l'ordinanza con la quale il Tribunale della Libertà il 13 febbraio successivo aveva convalidato la custodia cautelare.

Nei confronti del padre dei fratellini di Gravina, secondo la Suprema Corte, non c'erano né prove, né movente. Il legale dell'uomo preannunciò anche la presentazione di una richiesta di risarcimento per l'ingiusta detenzione (3 mesi in carcere e uno ai domiciliari).

Lo scorso 5 febbraio il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari Giulia Romanazzi, al termine di una udienza a porte chiuse, si è riservata la decisione sulla richiesta di archiviazione dell'accusa di abbandono di minore seguito da morte avanzata dal pubblico ministero della Procura Antonino Lupo.

Anche l'avvocato Angela Aliani ha ribadito la stessa richiesta mentre l'avvocato Danilo Penna ha sostenuto che bisogna andare in giudizio. Inoltre ha chiesto di verificare se ci siano elementi di reato ipotizzabili a carico dei proprietari dell'edificio abbandonato all'interno del quale i ragazzini trovarono la morte.

Articlolo scritto da: Adnkronos