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Tutti malati di stress

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ROMA – C'è quella dell'impiegato frustrato e c'è quella da crisi economica. Ma ci sono anche quelle da pokerista, da esaminando, da amante insicuro, da automobilista, da tifoso e da fumatore. Sono le forme di ipertensione del Duemila: picchi di pressione alta legati allo stress di un momento, ma che alla lunga possono creare seri problemi di salute. A disegnare la nuova 'cartina geografica' del primo fattore di rischio cardiovascolare è una ricerca coordinata da Giuseppe Mancia, presidente del congresso annuale della Società europea dell'ipertensione, in corso alla Fiera di Milano. Lo studio – spiega una nota – è stato condotto su pazienti sottoposti a un controllo della pressione arteriosa nelle 24 ore, attraverso uno strumento di registrazione ad hoc da indossare (holter pressorio). Andando a leggere i diari in cui i pazienti dovevano annotare cosa stessero facendo in quel preciso momento della giornata di rilevazione, Mancia e colleghi hanno valutato il rapporto fra picchi pressori e determinate situazioni. Risultato finale: la pressione arteriosa schizza alle stelle in almeno 7 tipologie di persone.

Sette identikit dell'iperteso 'spot'. Si va dall'impiegato affaticato e non gratificato al giocatore di poker con un buon punto in mano. C'è poi lo studente, che ne soffre soprattutto nel momento in cui comincia un esame, soprattutto universitario e l'amante in preda ad ansia da prestazione. Conosciamo tutti bene poi l'automobilista in autostrada in fase di sorpasso, il tifoso, quello davanti alla tv quando ci sono i calci di rigore e il fumatore perché il tabacco fa salire la pressione.

"Alla base di tutto c'è lo stress che fa alzare la pressione sistolica (massima) e distolica (minima) di 6/7 mmHg – sottolineano Mancia e Guido Grassi, dell'università degli Studi di Milano-Bicocca, ospedale San Gerardo di Monza -. Sono picchi momentanei, ma a lungo andare possono creare problemi", precisano gli specialisti. Per questo, aggiungono, "bisogna fare in modo, nei limiti del possibile, di evitare situazioni stressanti". Secondo gli esperti, "l'innalzamento dei valori pressori nelle persone attanagliate dalla crisi merita un discorso a parte e deve far riflettere, perché non è limitata a un singolo e momentaneo episodio, ma si protrae nel tempo". Non solo. L'effetto crisi sulla pressione "è una realtà trasversale" che colpisce "uomini e donne, operai e impiegati" fino ai "manager".

Nonostante l'allettante ipotesi secondo cui, specie nei Paesi occidentali, fattori psicologici intensi come lo stress lavorativo, ma anche più in generale ansia o depressione, potevano svolgere un ruolo causale nell'ipertensione arteriosa, da una recente interpretazione dei dati disponibili sembra emergere che questi fattori possano al più contribuire in qualche modo alla genesi della malattia coronarica, attraverso meccanismi per lo più indipendenti dall'aumento pressorio", puntualizza lo specialista. "Un ulteriore aspetto che merita di essere menzionato – dice Grassi – riguarda la relazione recentemente riportata tra ipertensione arteriosa e stress da esposizione cronica al rumore ambientale". Nel loro insieme, riflette Grassi, "queste considerazioni rappresentano un ulteriore elemento di riflessione sull'importanza di un intervento globale, inteso come modificazione complessiva dello stile di vita, ai fini della terapia dell'ipertensione e della prevenzione cardiovascolare", conclude.

Articlolo scritto da: Adnkronos Salute