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Ue, presidenza spagnola al via ‘senza’ Zapatero

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Bruxelles – Il primo gennaio la Spagna assumerà la presidenza di turno dell'Unione Europea per la quarta volta nella sua storia, ma sarà la prima in cui non sarà il suo premier a esserne a capo. Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, infatti, sono cambiate le regole, e Madrid dovrà sperimentare il nuovo assetto istituzionale europeo.
A partire dal premier Josè Luis Zapatero, che dovrà cedere la leadership al presidente stabile dell'Ue, il belga Herman Van Rompuy, in carica per i prossimi due anni e mezzo. A lui l'onore e l'onere di presiedere consigli e incontri con la stampa cui potrà invitare Zapatero, se necessario. Il premier spagnolo farà comunque gli onori di casa ai vertici che si terranno a Madrid.
Lo spirito della presidenza spagnola che dovrà gestire per la prima volta i rapporti e soprattutto l'agenda sia con il presidente stabile Van Rompuy che con l'Alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton, sarà quello di "facilitare" l'entrata in vigore del nuovo assetto, come definito dal ministro degli esteri iberico Miguel Angel Moratinos.
"Ho assicurato a Van Rompuy tutto il sostegno della Spagna. Abbiamo valutato insieme il modo migliore per instaurare una collaborazione effettiva", ha dichiarato Zapatero presentando il semestre spagnolo a Madrid. La prima priorità dell'agenda spagnola sarà infatti quella di "progredire in modo decisivo con il nuovo quadro istituzionale" creato dal Trattato di Lisbona, ha affermato Zapatero, "per portare avanti il progetto di una nuova Europa".
Un'altra novità istituzionale che la Spagna dovrà affrontare sarà il coordinamento, ora ufficializzato dal Trattato di Lisbona, del prossimo "trio" di presidenze di turno dell'Ue. Madrid lavorerà di concerto con il governo belga e quello ungherese, che saranno alla testa dell'Ue dopo il paese iberico rispettivamente durante il secondo semestre del 2010 e il primo del 2011.
"La Spagna ha lavorato molto da vicino con il Belgio e l'Ungheria per preparare un programma congiunto per i prossimi 18 mesi – ha spiegato Zapatero – E' un'esperienza molto positiva il dare continuità e coerenza alle azioni delle tre presidenze".
Il ministro degli esteri spagnolo Moratinos ha poi fissato obiettivi molto ambiziosi per quanto riguarda il ruolo dell'Europa nel mondo e il processo di allargamento dell'Ue, che si deve estendere ai Balcani occidentali. "Il 2010 deve essere un anno di pace", ha dichiarato Moratinos alla presentazione a Bruxelles del semestre spagnolo. La pace in Medio Oriente e la risoluzione possibilmente entro il 2010 del conflitto israelo-palestinese per cui è cruciale la "necessità della creazione di uno Stato palestinese, il prima possibile" sono in cima all'agenda spagnola, ha spiegato il ministro degli esteri. A tal fine Moratinos si impegnerà, insieme all'Alto rappresentante Ashton, perché l'Ue rilanci il Quartetto per il Medio Oriente (composto da Ue, Usa, Russia e Onu) e incoraggi la ripresa dei negoziati aiutando gli Stati Uniti. L'Ue dovrebbe poi giocare un ruolo determinante "in tutti i settori, politico, economico, istituzionale e di sicurezza", ha aggiunto Moratinos. La Spagna cercherà inoltre di coinvolgere nel processo di pace anche i paesi arabi, approfittando dell'incontro Ue-Paesi del Golfo che si terrà durante il suo semestre di presidenza.
La presidenza spagnola dovrà poi affrontare le grosse sfide economiche legate all'uscita dalla crisi dell'Ue, e fissare i nuovi obiettivi di crescita e occupazione attraverso la definizione di una nuova strategia europea per il 2020 che sostituirà quella di Lisbona. Altro tema particolarmente caro al governo di Zapatero cui verrà dato il massimo rilievo anche a livello europeo nel prossimo semestre, è la lotta per l'uguaglianza di genere tra uomo e donna.
Per realizzare il suo ambizioso programma, il governo spagnolo si è dato, oltre ai canonici sei mesi di tempo, anche un budget di circa 86 milioni di euro, divisi principalmente tra il ministero degli interni, degli esteri e della presidenza. Saranno infatti oltre 300 gli incontri Ue che si terranno in Spagna. Non solo Madrid accoglierà le delegazioni europee e internazionali, ma anche tutte le principali città iberiche come Barcellona, Valencia, Siviglia, Toledo, Malaga e San Sebastian faranno da vetrina internazionale per "rafforzare l'immagine della Spagna nel mondo", come si legge nel programma della presidenza.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Aki