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Un orafo aretino nella Presidenza nazionale Cna

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AREZZO – Hanno una paura: diventare una razza in estinzione. Rappresentano la migliore tradizione dell’artigianato, quella che ci ha fatto conoscere nel mondo. Quindi lavorazione metalli e pietre preziose, ceramica, restauro beni culturali. mobili, ferro battuto, strumenti musicali tradizionali. Sono bravi, spesso bravissimi. Ma lavorano da soli, talvolta con un ristretto numero di dipendenti. Non hanno alti redditi e quindi la “trasmissione d’impresa” non è semplice e l’età media sta salendo. Una vita difficile che racconta Aurelio Franchi che è stato recentemento eletto nella Presidenza nazionale dell’Unione Cna Artistico e Tradizionale.
“Non stiamo certo fuori della crisi. Anzi ci stiamo dentro fin al collo con l’aggravante che nè le nostre dimensioni aziendali nè il nostro numero ci consentono di avere il peso e quindi i risultati che altre categorie possono ottenere”. Ecco il quadro del settore che delinea Franchi: “le vendite e i lavori sono fermi, le banche non ci sostengono, non abbiamo alcun tipo di contributo e sostegno. Rischiamo di assistere alla rpogressiva scomparsa del nostro settore. Il danno sarebbe ovviamente in primo luogo per noi ma ci chiediamo quale immagine potranno avere i centri storici senza le nostre attività. Anche se sottovalutato, siamo un tassello importante del mosaico del turismo e della promozione delle città. Abbiamo bisogno di aiuto e di sostegno sia dal sistema bancario che continua a penalizzarci sia dal sistema istituzionale e politico che persiste nell’ignorarci”.