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Un registro per il testamento biologico

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Un registro per il testamento biologico

Il Consigliere Comunale Marco Tulli del gruppo consiliare “Sinistra” ha presentato un atto di indirizzo che propone l’istituzione di un registro per il testamento biologico. L’atto di indirizzo dovrà essere sottoposto all’approvazione del Consiglio Comunale.
“Questo atto di indirizzo sul testamento biologico – ha dichiarato il Marco Tulli – vuole, in primo luogo, testimoniare la volontà di tutelare i diritti di ogni singola persona a compiere le proprie scelte in piena libertà, favorendo ed estendendo i diritti civili e consentendo ai cittadini di poter far valere il diritto all’autodeterminazione sul trattamento sanitario di fine vita. Pur riconoscendo l’estrema delicatezza delle questioni che riguardano i trattamenti clinici di fine vita, sia dal punto di vista etico-scientifico, sia sotto l’aspetto ancor più sensibile dei convincimenti religiosi, questo atto di indirizzo chiede di istituire un registro comunale in cui raccogliere, su base volontaria, le intenzioni di chi, nell’eventualità di trovarsi in condizione d’incapacità di esprimere il diritto ad acconsentire o non acconsentire alle cure proposte, non vuole essere soggetto a un accanimento terapeutico.
Il registro servirà dunque a certificare il desiderio di chi firma di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione sul trattamento sanitario di fine vita. In particolare servirà come prova, contro eventuali contestazioni, della volontà di chi sì è registrato di non essere sottoposto a ventilazione o alimentazione forzata nel caso di una malattia o di un incidente che comporti lo stato vegetativo.
A questo proposito – prosegue Tulli – ricordo che, a tutt’oggi, l’indirizzo giuridico prioritario fa riferimento all’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana il quale stabilisce: “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. L’Italia ha altresì ratificato nel 2001 la Convenzione sui diritti umani e la biomedicina di Oviedo del
1997 mentre il Codice di Deontologia Medica, in aderenza alla Convenzione di Oviedo, afferma che il medico dovrà tenere conto delle precedenti manifestazioni di volontà del paziente. Non esistendo ancora in Italia una legge specifica sul testamento biologico, si tratta anche di lanciare un segnale politico in un contesto dove sono ancora molte le incertezze.
L’idea è istituire un servizio di autenticazione certificatoria presso gli uffici anagrafe del Comune con il quale inserire, conservare, ordinare per numero progressivo su base annuale e data di autenticazione, trasmettere all’ospedale di competenza territoriale, copia delle dichiarazioni predisposte da cittadini residenti nel Comune di Arezzo relative a un testamento biologico, rilasciando l’originale di detta dichiarazione debitamente autenticata al singolo disponente. E ciò al fine di salvaguardare il diritto all’autodeterminazione nel caso estremo di prolungamento artificiale della propria esistenza e distinguendo tale manifestazione di volontà da ogni forma di eutanasia, ovvero ogni azione od omissione diretta a causare la morte di una persona, perseguibile ai sensi degli articoli 575, 579 e 580 del codice penale”.
Vorrei qui – ha concluso Tulli – ringraziare il Municipio X di Roma che per primo ha istituito tale registro con una delibera del marzo 2009 dalla quale ho attinto molto per scrivere questo atto”.

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