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Una vita fra Roma e Pechino

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ROMA – L'unico occidentale sepolto a Pechino, Padre Matteo Ricci, per i cinesi 'l'uomo eccezionale' raccontato nella mostra ''Ai crinali della storia. P. Matteo Ricci (1552-1610)'' allestita fino al 24 gennaio nel Braccio di Carlo Magno in Vaticano, ''una mostra didattica ed emozionale'' la definisce Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, curatore della mostra.

La rassegna, composta da oltre 150 opere e organizzata in cinque sezioni, vuole celebrare e ricordare i 400 anni dalla morte di Matteo Ricci, il Padre gesuita morto a Pechino l'11 maggio 1610. ''Si tratta di una tra le iniziative piu' importanti e rappresentative per la conoscenza di Padre Matteo Ricci – spiega Mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata – che ha costruito un ponte di scambio e conoscenza tra l'Europa e la Cina''. La figura di Matteo Ricci e' restata nell'ombra per tre secoli. Arrivato in Cina e' riuscito a sedurre e conquistare i cinesi con la sua abilita' di cartografo, con i suoi orologi meccanici, con la sua capacita' e conoscenza scientifica. Tanto che lo consideravano una delle colonne portanti della cultura cinese.

''Nella mostra sono esposti molti autografi, tra cui il trattato sull'amicizia, se gli servì da passaporto per entrare in Cina – spiega Giovanni Morello, presidente della Fondazione per i Beni e le Attivita' Artistiche della Chiesa – In mostra anche la matrice di una lettera che papa Sisto V avrebbe dovuto scrivere all'imperatore cinese per avviare i rapporti diplomatici tra i due Stati. La lastra – continua Morello – fu scritta da Matteo Ricci, purtroppo pero' quando arrivo' in Italia il Papa mori' e il progetto non si realizzo'''. Ma cio' che veramente apre la strada della Cina a Padre Matteo Ricci e' l'evangelizzazione, afferma Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, nonche' 'confratello' del padre gesuita Matteo Ricci. ''La sua figura, sotto il profilo missionario – spiega Lombardi – e' qualcosa di grandioso come sul piano spirituale e cristiano''. Per questo si auspica la ripresa dell'iter verso la sua canonizzazione.

La mostra che si colloca all'interno delle Celebrazioni ricciane, lo racconta in tutti i suoi risvolti attraverso opere di grande prestigio come la grande tela di Peter Paul Rubens, raffigurante un miracolo di Sant'Ignazio che egli colloca su di un altare romano, finemente riprodotto. Divisa in varie sezioni, l'esposizione si apre con 'Matteo Ricci: da Macerata a Roma'. Attraverso i ritratti dei pontefici che accompagnarono la vita del gesuita marchigiano a identificare la tappa romana. Da Pio V, fino a Paolo V, che nel 1610 faceva completare la facciata della nuova Basilica Vaticana. Segue con 'La compagnia di Gesu' e le missioni in oriente' e 'L'opera scientifica e geografica dei gesuiti' che raccoglie l'interesse per la scienza di Padre Matteo Ricci, disciplina che a Pechino gli aprira' le porte della Città Proibita.

In questa parte della mostra sono esposti strumenti scientifici provenienti da diversi musei e collezioni, tra cui l'istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze ed una raccolta privata aretina. Seguono altre due sezioni: 'La Cina al tempo di Padre Matteo Ricci' e ' l'eredita' religiosa e culturale di Padre Matteo Ricci'. Alla mostra romana se ne aggiungera' un'altra, prevista da febbraio a settembre 2010, ''Matteo Ricci. L'Europa alla corte dei Ming' che tocchera' Pechino, Shangai, Nanchino, Macao e Seul. Si svolgera' in concomitanza con l'Expo dove la Regione Marche sara' presente nel Padiglione Italia con le proprie eccellenze.

Articlolo scritto da: Adnkronos