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Usa, svolta sulla riforma sanitaria

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WASHINGTON – Abbassare l'età di accesso al Medicare, il servizio sanitario pubblico ora riservato agli anziani, senza però varare la 'public option', l'assicurazione sanitaria pubblica in grado di fare concorrenza ai giganti privati, fortemente voluta dal presidente Barack Obama e dai liberal. E' questo il succo dell'intesa raggiunta la notte scorsa a casa democratica per rimuovere l'ultimo ostacolo, l'opposizione dei senatori democratici moderati, all'approvazione della riforma sanitaria quanto mai cruciale per il presidente.

Il leader della maggioranza al Senato, Harry Reid, ha parlato di "ampio accordo" raggiunto con i 10 senatori per risolvere la disputa sulla public option, ed altri senatori hanno parlato di un compromesso che accantona ma non uccide del tutto l'idea di un ente pubblico. Il nuovo testo prevede che tutti gli americani che hanno compiuto 55 anni possano accedere, a pagamento, al Medicare, ora riservato a chi ha oltre 64 anni, che è di fatto un sistema di assistenza sanitaria pubblica. L'idea è quella di assicurare così la possibilità di accedere ad una assicurazione sanitaria garantita dallo Stato ad un'ampia fetta della popolazione americana, vale a dire a tutta la generazione dei 'baby boomer'.

Al posto dell'ente pubblico in grado di fare concorrenza alle assicurazioni, il piano prevede la creazione di un'agenzia federale, l'Office of personnel Management, che avrà il compito di negoziare con le assicurazioni private per offrire contratti assicurativi simili a quelli garantiti ai dipendenti federali, compresi i membri del Congresso. Solo nel caso che le assicurazioni si dovessero dimostrare non in grado di offrire contratti di questo tipo, potrebbe essere creato un sistema di assistenza pubblica.

Insomma, dopo essere stata abolita una volta dalle commissioni del Senato, resuscitata nel testo presentato da Reid dopo che la Camera si era dimostrata inamovibile sul principio dell'ente pubblico, ora la public option – vero elemento rivoluzionario della riforma sanitaria di Obama come sta dimostrando l'animosa opposizione di chi, anche tra i democratici, la considera una pericolosa forma di statalismo – rischia di scomparire definitivamente dal testo che verrà messo ai voti al Senato. "Non tutti saranno d'accordo con ogni elemento dell'accordo" ha ammesso lo stesso Reid che però è convinto che l'intesa, raggiunta dai cinque senatori liberal e cinque moderati chiamati a "superare un problema reale che avevamo", terrà in aula e permetterà di arrivare all'atteso voto.

Questo non ha impedito però a Russell Feingold, uno dei liberal che hanno partecipato ai negoziati, di criticare il compromesso: "non sostengono le proposte tese a sostituire la public option con un approccio puramente privato" ha detto, aggiungendo però, a conferma delle parole di Reid, che voterà valutando "il testo di legge nel suo insieme".

Anche perché sempre ieri i liberal sono rimasti soddisfatti dal voto con cui è stato bocciato un controverso emendamento repubbl, passato invece alla Camera, che avrebbe vietato alle donne di avere aiuti federali, previsti dalla riforma per i redditi più bassi, per contratti assicurativi che coprano le spese per interruzioni di gravidanze. Anche su questo fronte Reid ha cercato un "giusto compromesso" tra le due anime del partito, varando un emendamento che non toglie alle donne la possibilità di accedere agli aiuti, ma prevede che paghino di tasca propria le spese per interruzione di gravidanza.

Ma anche questa formula potrebbe non essere sufficiente a convincere Ben Nelson, democratico conservatore del Nebraska, a non unirsi a "filibuster", l'ostruzionismo ad oltranza, dei repubblicani contro l'approvazione della riforma, come ha minacciato. Se la minaccia di Nelson verrà confermata, allora Reid, nonostante il nuovo sacrificio della public option, potrebbe avere problemi ad avere i 60 voti necessari a bloccare l'ostruzionismo repubblicano e far arrivare la riforma al voto.

Articlolo scritto da: Adnkronos