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USL8: Comitato Etico dice ‘NO’ alla segnalazione dei clandestini

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USL8: Comitato Etico dice ‘NO’ alla segnalazione dei clandestini

AREZZO – Il Comitato Etico della Usl 8 di Arezzo ha recentemente affrontato le tematiche sollevate dal Decreto legislativo 733/2008 "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", con particolare riferimento all'introduzione del reato di “clandestinità” e la conseguente possibilità – secondo alcuni la obbligatorietà – anche per i medici, di segnalare all'autorità giudiziaria il reato di cui si viene a conoscenza nell'ambito della propria professione.

Il Comitato Etico Locale della Usl, coordinato dal Prof. Pasquale Giuseppe Macrì e formato da professionisti esterni ed interni, docenti universitari, bioeticisti, avvocati, sociologi e antropologi, ha ravvisato la necessità di fare chiarezza su questi aspetti, cercando di ridefinire “i rapporti tra l'obbligo alle cure del medico e l'obbligo di denuncia dei soggetti che si sono resi responsabili di reati procedibili d'ufficio e che abbiano avuto necessità di ricorrere a cure mediche presso strutture del Servizio sanitario nazionale”.

Nell'esprimere il proprio parere, il Comitato Etico ha affermato che “dall'epoca della dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, la salute dell'individuo rappresenta un valore non negoziabile neppure in ambito legislativo. Si tratta di un diritto personalissimo e perfetto, non suscettibile di limitazioni o di regolamentazioni contrarie o lesive della dignità della persona. La Costituzione Repubblicana sancisce e tutela tale incondizionato diritto come proprio dell'individuo, indipendentemente da qualsiasi modo di essere o di esistere dello stesso o da variabili spazio-temporali”

Il documento del Comitato Etico sottolinea poi che “i codici di deontologia delle professioni sanitarie impongono ai medici e agli infermieri di prestare assistenza e cure nell'ambito di un rapporto fiduciario ed acconsentito che privilegi l'accesso alle cure di ognuno, indipendentemente dalle proprie condizioni sociali o finanche antisociali (cura per criminale o del nemico in guerra).”

Il parere del Comitato – assunto all'unanimità dei membri presenti – si conclude affermando che “la medicina ripudia come momento immorale ogni forma di limitazione o di dissuasione, anche indiretta ed eventuale, all'accesso alle cure del paziente, nella convinzione che il recupero dello stato di salute, oltre che diritto intangibile del singolo, sia d'interesse collettivo e generale”.
Nella seduta in cui il comitato Etico della Usl 8, ha approvato il documento, erano presenti il professor Pasquale Giuseppe Macrì (Presidente), gli avvocati Aldo Barcaioli, Riccardo Gilardoni, i docenti universitari Patrizia Funghi, Patrizio Blandina e Maura Lodovici, il presidente dell'ordine dei medici Raffaele Festa, l'antropologa Maria Rosadoni, la rappresentante del volontariato Alessandra Pazzagli, i medici, dirigenti e funzionari dell'Azienda Stefania Massaini, Bruno Parca, Michela Rinaldini, Maria Rosadoni, Amedeo Bianchi, Cinzia Sestini, Andrea Rinnovati e Dino Vanni.