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Al San Donato convegno sulle ‘Professioni Sanitarie’

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Al San Donato convegno sulle ‘Professioni Sanitarie’

AREZZO – A livello regionale c'è un trend in costante crescita: è quello della conflittualità tra cittadino e professionisti o strutture sanitarie. E' un fenomeno che impone nuove e più dinamiche capacità di reinterpretare, anche in senso interdisciplinare ed interprofessionale, il patto tra Medicina e Società, per ripristinare quel clima di fiducia che deve necessariamente sottendere al rapporto medico-paziente. Un tema delicato, ma importante quanto la stessa capacità dei professionisti di curare le malattie.

L’Azienda Sanitaria Aretina è impegnata con le sue migliori energie per armonizzare l’indiscutibile diritto del cittadino al miglior trattamento sanitario possibile ed il paritario diritto del professionista a poter bene e tranquillamente operare nello svolgimento della propria attività, lontano dall’orizzonte – che si prospetta sempre più ravvicinato – della medicina difensiva.
Se un medico, ogni volta che agisce, deve dapprima "autocensurare" il suo operato pensando che potrebbe essere poi sottoposto ad un giudizio disciplinare-penale-amministrativo-risarcitorio, non farà il medico, ma il burocrate.

Sono questi gli argomenti in discussione, Venerdì prossimo (14 maggio) all'Auditorium Pieraccini del San Donato, al convegno "La professione sanitaria tra le attese dei cittadini ed i timori dei professionisti".
Dopo i saluti del Sindaco, del Procuratore della Repubblica e del Direttore Generale, si entrerà nel vivo dei temi con le relazioni di autorevoli esperti della materia, da Alfredo Zuppiroli, presidente della Commissione di Bioetica della Regione Toscana, a Rocco Blanotta consigliere di Corte Suprema di Cassazione, IV sezione (quella che si occupa proprio delle sentenze sui casi medici), a Stefano Canestrari, docente di diritto penale all'Università di Perugia e Maurizio Maggiorotti presidente dell'Associazione per i medici accusati di Malpractice ingiustamente oltre a Paolo Crea della Corte dei Conti di Firenze.

"Il convegno si articola su tre grandi aree – sottolinea il professor Pasquale Macrì, che ha curato la segreteria scientifica dell'evento – di una materia che proprio nell'interesse del cittadino, e non di meno del professionista, deve portare a una condivisione nell'atteggiamento da tenere in questo rapporto che è un autentico contratto."

Si inizierà con il "Rapporto medico-paziente: dal Paternalismo all’alleanza, dall’alleanza al Patto", affrontando le prospettive etiche e deontologiche legate al "dialogo" fra scienza e coscienza: la prima basata sull'evidenza scientifica e professionale del medico, la seconda sulla coscienza del paziente, libera e informata. Si esaminerà bene come funziona in Toscana il consenso informato, quali sono i suoi pregi e i suoi limiti.

Poi, commentando una fondamentale sentenza della Corte di Cassazione, si esaminerà sotto l'aspetto giuridico, il "rapporto contrattuale tra medico e paziente", con il medico che propone, ma con il paziente che altrettanto deve accettare le procedure individuate, con il pieno consenso.

Infine i "Profili di rischio che sono insiti nella medicina difensiva". Sono quelli che aumentano la spesa inutile, che fanno crescere i rischi perché ogni manovra, esame, analisi comporta dei rischi e spesso risultano inutili e basati solo sulla "paura" delle conseguenze delle scelte mediche (la cattiva pratica della pseudotutela che porta i professionisti non a fare i medici, ma a compiere azioni preventive di ipotetica difesa).

Temi di grande impatto nelle categorie dei professionisti e fra i cittadini. Il comitato nazionale per la bioetica aveva emesso un pronunciamento già nel 2001, di grande spessore sugli scopi, i limiti e i rischi della Medicina:
“… l’obiettivo della guarigione diventa solo uno tra i tanti che la medicina può prefiggersi ed assicurare; in queste inevitabili incertezze, che gravano su moltissimi casi, si annida il germe delle possibili reazioni di delusione, di ripulsa e di conflitto, perché il ‘contratto’ tra medicina e paziente, per esplicito ed informato che sia, ha troppi margini di aleatorietà per non comportare un elevato tasso di potenziale disillusione dei pazienti e di una loro reazione negativa nei confronti del medico…”.