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Altotevere senza frontiere: raccolti 1000euro alla cena di solidarietà

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Altotevere senza frontiere: raccolti 1000euro alla cena di solidarietà

Città di Castello – Oltre 120 presenze e 1.000 euro di offerte da destinare alla popolazione del Kosovo. Questi, in sintesi, i numeri della cena di solidarietà organizzata dall’associazione “Altotevere senza Onlus” sabato 9 ottobre presso la sala polivalente “Madonna del Latte” di Città di Castello.
Ma c’è stato molto di più: è stata una serata per stare in amicizia, guardare video e foto, ascoltare le testimonianze dei volontari che questa estate hanno prestato servizio a L’Aquila e in Kosovo.
“L’avventura in Kosovo inizia questa estate – ha spiegato ai presenti il presidente dell’associazione, Marco Bonatti – con una ventina di giorni di servizio presso il campo Caritas Umbria di Klina, nel nord-ovest del paese. Una casa-famiglia che accoglie quaranta bambini e tre malati psichiatrici adulti, lasciati soli dalle rispettive famiglie, in un contesto che risente ancora della terribile guerra del 1999. Il campo – ha proseguito il presidente – assiste anche 200 famiglie con assistenza medica ed un pacco viveri mensile, grazie anche alle adozioni a distanza dall’Italia. Fra queste famiglie, ne abbiamo scelta una particolarmente povera con cinque bambini, che vive nel paesino di Istog in una baracca in condizioni igieniche inimmaginabili. Il nostro obiettivo – ha concluso il presidente – è terminare la costruzione di una nuova casa per questa famiglia prima che cominci l’inverno, che in Kosovo è molto pesante. Per questo le nostre iniziative proseguiranno”.
A seguire un video sulla storia recente del Kosovo e sull’esperienza estiva del volontari Asf.
Hanno poi preso la parola due “ospiti” di eccezione: due ragazzini kosovari, fratello e sorella, di 12 e 14 anni, che hanno vissuto per 10 anni nella casa-famiglia di Klina e che ora, per motivi familiari, si trovano in una comunità in Italia. Un racconto toccante: durante la guerra sono stati uccisi il loro padre ed un fratello. La mamma, non potendo occuparsene, li ha affidati ai volontari italiani.
Ha concluso la serie delle testimonianze Mattia, un giovane volontario di 17 anni che questa estate è tornato per ben quattro volte a L’Aquila, dove prosegue il lavoro dei volontari a sostegno della popolazione e dove i volontari dell’associazione cercano di essere presenti tutto l’anno organizzando dei turni.