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Area ex Cadorna: dichiarazione assessora Aurora Rossi

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Area ex Cadorna: dichiarazione assessora Aurora Rossi

Arezzo – L’assessora alla Partecipazione popolare Aurora Rossi esprime soddisfazione per il successo dell’iniziativa intrapresa dai cittadini che hanno promosso la richiesta di sostegno ai sensi della legge regionale 69/2009. Con questa iniziativa, i 600 firmatari hanno sottoposto all’Autorità regionale per la Partecipazione una richiesta di sostegno economico per la realizzazione di un processo finalizzato alla progettazione partecipata di alcuni spazi di interesse pubblico che saranno realizzati nel contesto della riqualificazione dell’area dell’ex caserma Cadorna.
Infatti la legge 69 prevede che la Regione possa finanziare anche processi partecipativi proposti da gruppi di cittadini, oltre quelli proposti da enti locali. Ciò costituisce un’ottima opportunità, che fra l’altro l’amministrazione comunale non avrebbe potuto cogliere perché negli ultimi anni ha potuto beneficiare in tre casi di questa opportunità, avendo sottoposto al giudizio dell’Autorità Regionale processi partecipativi importanti, come quelli per la riqualificazione del quartiere di Saione (Saione: un quartiere dove incontrarsi), per il bilancio partecipativo comunale (Io Conto), per il bilancio partecipativo della Circoscrizione Saione (Proponiamo insieme, decidiamo insieme). A questo punto sarebbe stato praticamente impossibile riuscire ad ottenere un finanziamento.
E’ quindi ben gradita l’iniziativa proposta dai firmatari: oltre che aprire uno spiraglio per l’arrivo di finanziamenti regionali anche per questo processo partecipativo, testimonia fra l’altro che in questi anni le politiche per la partecipazione popolare hanno permesso il radicamento in città di una sensibilità e conoscenza delle grandi possibilità offerte dalle pratiche partecipative.
L’amministrazione comunale ha peraltro già avuto la possibilità di comunicare ai rappresentanti dei firmatari la piena disponibilità a collaborare per la buona riuscita dell’iniziativa, anche perché il consiglio comunale aveva approvato un atto di indirizzo con il quale si stabiliva di attivare un processo partecipativo per quegli spazi.