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Avviato il gemellaggio con il patriarcato latino di Gerusalemme

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Avviato il gemellaggio con il patriarcato latino di Gerusalemme

Arezzo – Si è concluso con l’abbraccio dell’intera città di Sansepolcro la visita di tre giorni del patriarca Fouad Twal in terra aretina-cortonese-biturgense, che ha sancito l’avvio del gemellaggio tra la chiesa guidata dall’arcivescovo Riccardo Fontana e quella di Terra Santa. Quasi 500 le persone che ieri sera hanno partecipato alla cena di beneficenza in onore del Patriarca, presso l’Antico Borgo de’ Romolini, realizzata grazie al contributo di numerose aziende locali. Un omaggio fortemente voluto dalla cittadina biturgense che, con le sue realtà associative e di volontariato, ha voluto così esprimere ancora una volta la propria vicinanza ai cristiani di Terra Santa. “Vi porterò tutti nel cuore”, ha detto monsignor Fouad Twal al termine della serata.

Nel pomeriggio il Patriarca era stato accolto a Sansepolcro dalle autorità cittadine e dai colori del gruppo sbandieratori e della Società Balestrieri. Poi, la sosta di fronte all’affresco della Risurrezione di Piero della Francesca e la preghiera nell’oratorio di San Rocco, dove è conservata una copia del Santo Sepolcro di Gerusalemme realizzata nel 1596. Qui, il patriarca Fouad Twal si è inginocchiato, insieme a tutti i sacerdoti della Valtiberina per recitare la preghiera che nel giorno di Pasqua legge a Gerusalemme. A seguire la S. Messa nel Duomo di Sansepolcro.

Nella mattina di ieri, durante la concelebrazione nel Duomo di Arezzo, è avvenuta la consegna dei primi 100mila euro, raccolti dalle parrocchie della Diocesi durante la Quaresima di carità: 80mila serviranno per la costruzione di nuove case per i cristiani che hanno visto distrutte le proprie abitazioni e rischiano di lasciare la terra del Signore. Gli altri 20mila euro saranno destinati a borse di studio per studenti cristiani, ospiti dello studentato internazionale di Rondine, Cittadella della Pace.
“Tutto quello che accade in Terra Santa ci riguarda direttamente”, ha detto l’arcivescovo Riccardo Fontana nel suo saluto iniziale ai fedeli. “Vogliamo offrire al Patriarca la solidarietà del popolo nostro verso i grandi ideali della giustizia e della pace. L'opinione pubblica, facendo pressione sulle istanze istituzionali vuole affermare quanto sia giusto che nella città di Gerusalemme i tre popoli del Libro abbiano uguale accesso e pari dignità; che sia per tutti assicurata la pace, che vuol dire anche sicurezza, che vuol dire anche tranquillità di vita” .
Nell’omelia il Patriarca ha ricordato la difficile situazione che stanno vivendo i cristiani di Terra Santa: “La guerra silenziosa, condotta nei confronti della popolazione palestinese, che sta portando ad un rapido cambiamento della stessa demografia di Gerusalemme, sta minacciando da dentro l'equilibrio di spazio sacro. Così le abitazioni per gli ebrei sono sempre di più, mentre quelle per gli arabi-palestinesi sempre di meno, perché non vengono concessi i permessi di costruire, anzi vengono addirittura demoliti con le ruspe a Gerusalemme Est. Nonostante l'umiliazione e la tristezza che spesso ci affliggono al ripresentarsi delle stesse situazioni di fronte alle quali ci sentiamo impotenti, continuiamo ad avere fede e a fidarci di Dio”.

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