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Bambino afgano ritrova il padre grazie al corto di Wenders

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Reggio Calabria – (Adnkronos/Ign) – Un bambino afgano ha ritrovato il padre grazie al film ''Il Volo'' girato da Wim Wenders a Riace, in Calabria. Il ragazzino, 11 anni, aveva perso il padre durante una notte di bombardamenti in cui è scappato insieme allo zio e ai cugini. ''Vi portiamo un piccolo grande uomo''. Così un funzionario della polizia annunciò al sindaco di Riace, Domenico Lucano, l'arrivo del piccolo Ramadullah che oggi racconta la sua storia. ''Mi chiedevo cosa significassero quelle parole -dice Lucano all'ADNKRONOS- ma poi ho capito. Ne sono passati molti di rifugiati da Riace, eppure di lui avro' sempre un ricordo speciale''. Ramadullah è arrivato a Riace il 3 settembre 2008, al tempo dell'emergenza dei centri di Lampedusa. Il sindaco di Riace rispose al ministero dell'Interno con l'apertura delle strutture per l'accoglienza dei rifugiati e così Ramadullah arrivò insieme agli zii e ai cugini nel piccolo paese calabrese. ''Si era molto legato a me -racconta ancora Lucano, che chiamano 'Mimmo il curdo'- lo portai in un liceo a Catanzaro, dove mi avevano invitato per parlare dell'esperienza di accoglienza che facevamo e lui prese la parola con sicurezza. Raccontò la sua storia fatta di bombe, di fuoco, di fiamme, i talebani che li inseguivano e poi l'arrivo rocambolesco in Italia, dopo aver vagato per otto mesi''.
Ramadullah dava del tu a tutti, aveva un rapporto diretto con chiunque incontrasse. Persino con Wim Wenders, maestro del cinema di fama mondiale. Lo aveva incontrato a Scilla, dove stava facendo le riprese del cortometraggio ''Il Volo'', e gli aveva detto chiaramente ''devi venire a Riace, lì c'è quello che cerchi''. E' stato grazie a questo ''piccolo grane uomo'' che Wenders ha conosciuto la realtà del paese che accoglie e integra gli immigrati. ''Ramadullah in quella notte di bombardamenti è diventato un uomo. Mi viene da pensare -aggiunge il sindaco Domenico Lucano- a quanti in un'intera esistenza non lo diventeranno mai''.
Ad avvisare il regista tedesco di quanto accaduto ci ha pensato Claudio Gabriele, il produttore esecutivo del cortometraggio. ''Ho subito informato Wim Wenders della storia del piccolo Ramadullah – dice Gabriele all'ADNKRONOS- ed era molto contento, emozionato e felice''. Il genitore ha visto il film in Norvegia, dove si è trasferito per lavoro, e da lì ha contattato l'ambasciata per il ricongiungimento. ''Ho detto a Wenders che il nostro piccolo Oscar l'abbiamo già vinto'', continua Gabriele, che dopodomani sarà a Venezia con il regista tedesco.
L'associazione Città Futura che accoglie gli immigrati a Riace ricorda Ramadullah come un bambino simpatico e sveglio, spigliato. ''Aveva imparato l'italiano e anche qualche espressione del nostro dialetto'', sottolinea il presidente Cosimo Curiale. Colpito dalla sua storia, Wenders ha inserito le scene in cui il piccolo afgano racconta il suo dramma e quindi si è concretizzato il miracolo: il padre lo ha riconosciuto guardando il film e si è messo in contatto con lui portandolo in Norvegia, dove era emigrato. ''Allo zio -racconta Curiale all'ADNKRONOS- l'associazione pagava il fitto di un negozietto che aveva aperto, con i prodotti tipici arabi. C'erano collanine, vestiti. Era molto carino''. Da qualche tempo però, anche lo zio di Ramadullah è partito. Si è trasferito ad Ancona, dove adesso lavora.

Articlolo scritto da: Adnkronos