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Bando per la concessione delle antiche cultivar della Comunità Montana

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Bando per la concessione delle antiche cultivar della Comunità Montana

Casentino – La Comunità Montana del Casentino, allo scopo di contribuire al miglioramento della biodiversità e delle produzioni agricole, effettua la concessione agevolata di piante di cultivar locali da frutto prodotte nel vivaio Cerreta di Camaldoli, gestito dalla Comunità Montana. La concessione agevolata con abbattimento del 50% del prezzo di listino è riservata alle aziende agricole condotte da imprenditore agricolo professionale della Comunità Montana del Casentino con vincolo di piantagione all’interno dei confini dei comuni casentinesi.

Sono disponibili piante delle seguenti specie: Melo (47 cultivar), Pero (31 cultivar), Ciliegio (13 cultivar), Susino (6 cultivar), Cotogno e Nespolo comune.

I titolari delle aziende interessate dovranno far pervenire indipendentemente dalla data di spedizione entro le ore 12 del 25/01/2011, la richiesta alla Comunità Montana del Casentino.

La concessione delle piante sarà effettuata dando priorità alle aziende iscritte all’elenco regionale degli operatori biologici e alla minore età.

Il bando è scaricabile dal sito www.casentino.toscana.it. Per informazioni sull’iniziativa e la disponibilità di piante 0575/5071-507283, fax 0575/507230.

L’assessore all’agricoltura della Comunità Montana del Casentino, Francesco Sassoli, sostiene che “il bando vuol coniugare due aspetti: la volontà da parte degli agricoltori impegnati nel settore della frutticoltura di affermare dal punto di vista produttivo e di mercato le varietà tipiche e storiche del territorio casentinese con la ricerca scientifica svolta in questi anni dalla Comunità Montana del Casentino in collaborazione con l’Arsia per la costruzione del repertorio dei prodotti tipici. Il bando è solo un piccolo segnale per gli agricoltori casentinesi, ma che va ad inserirsi in un contesto più ampio che è quello della valorizzazione delle tipicità casentinesi che tende a legare in maniera tangibile la storia al territorio”.
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