Home Nazionale Bari, fermato il figlio del fotografo ucciso nel suo studio ad agosto

Bari, fermato il figlio del fotografo ucciso nel suo studio ad agosto

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Bari – (Adnkronos) – Sembra risolto il giallo estivo dell'omicidio del fotografo, Mario Scanni, 66 anni, ucciso nel suo studio di via Crisanzio domenica 22 agosto nel pieno centro di Bari. I carabinieri della Compagnia Bari centro, su disposizione della Procura, hanno sottoposto a fermo con l'accusa di omicidio volontario e premeditato il figlio, Nicola, 40 anni. Secondo gli investigatori, i loro rapporti erano deteriorati da tempo.
Alla base ci sarebbero sia motivazioni di carattere economico, sia di convivenza forzata e non più tollerata fra la vittima e la convivente del figlio; tant'è che Mario Scanni aveva anche maturato la decisione di andare a vivere altrove. Problemi familiari che Nicola Scanni ha pensato di risolvere una volta per tutte uccidendo il padre ed ereditando i suoi averi.
Un omicidio dalle modalità efferate, per la cieca violenza con la quale è stato compiuto. La vittima, fotografo conosciuto in città, soprattutto perché lavorava molto in occasione delle sedute di laurea della vicina Università, era stato al mare (in compagnia di amici) e aveva fatto rientro nel suo studio fotografico, Jolly Colour in via Crisanzio, poco prima di mezzogiorno. Qui aveva incontrato il figlio, con il quale non aveva ottimi rapporti.
I due, secondo la ricostruzione accusatoria, avrebbero litigato: Nicola Scanni, a quel punto, avrebbe colpito alle spalle suo padre sferrandogli sul capo almeno cinque colpi con un oggetto contundente, mai ritrovato e quindi fatto sparire, insieme al telefonino e alle chiavi del negozio. Poi, proprio con le chiavi sottratte, il presunto assassino ha chiuso lo studio fotografico, abbassato la saracinesca ed è tornato a casa, a pochi metri dallo studio fotografico, dove viveva, da qualche anno, oltre che con il padre, con la sua compagna e due figli maggiorenni di quest'ultima.
Nella tarda mattinata, poi, era andato, con la donna, in un ipermercato a ridosso della Tangenziale di Bari. La sua presenza nella struttura commerciale è dimostrata non solo dalle telecamere, ma anche da ben tre scontrini gelosamente custoditi da Nicola Scanni: quello della cassa, quello di prenotazione per il banco e quello di una ricarica telefonica. Scontrini che Nicola Scanni ha ostentato, in maniera per gli inquirenti sospetta, nel momento del ritrovamento (avvenuto alle 15 circa) del cadavere del padre anche con i primi amici e parenti giunti sul posto.
E sono state sempre le telecamere, quelle del fruttivendolo vicino allo studio fotografico e quelle dell'ipermercato, che hanno, poi, rivelato che il presunto assassino ha, nel giro di poche ore, cambiato la maglia. Presumibilmente perché quella indossata la mattina, subito dopo l'omicidio, era sporca di sangue.
Il comportamento dei giorni seguenti, compreso quello tenuto il giorno del funerale, sarebbero stati, sempre secondo la Procura, frutto di una strategia dall'omicida tesa ad allontanare i sospetti che, invece, erano subito caduti sulla sua persona. Le anomalie nel comportamento e le contraddizioni nelle dichiarazioni rese dall'indagato, oltre che una serie di testimonianze raccolte tra parenti, amici, conoscenti, vicini di casa e colleghi commercianti, insieme ad accurati accertamenti scientifici e informatici, hanno permesso alla Procura di Bari di individuare in Nicola Scanni, e solo in lui, il responsabile della morte del padre Mario.
Per questo motivo la Procura ha deciso di prospettare immediatamente il caso alla decisione del Giudice per le indagini preliminari. Gli stessi inquirenti ritengono, infatti, di aver considerato tutte le ipotesi possibili sia in campo investigativo che scientifico per arrivare alla definizione del caso. L'autopsia ha dimostrato che Mario Scanni è stato ucciso, quasi sicuramente, poco prima di mezzogiorno (nel suo intestino non sono stati ritrovati residui di cibo, mentre la vittima era un abitudinario e pranzava sempre alle 13-13.30). A sostegno dell'ipotesi accusatoria, anche il traffico telefonico che sull'utenza della vittima si ferma a mezzogiorno circa. Infine, è da quell'ora e per tutto il primo pomeriggio che testimoni e commercianti della zona affermano che la saracinesca del negozio è sempre stata chiusa e non aperta a metà come dichiara di averla trovata il figlio al momento del ritrovamento del cadavere.

Articlolo scritto da: Adnkronos