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Brunetta contro la Corte dei Conti: ‘Dato sbagliato sulla corruzione’

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Brunetta contro la Corte dei Conti: ‘Dato sbagliato sulla corruzione’

ROMA – ''La corruzione negli ultimi anni non e' aumentata, il dato della Corte dei Conti non e' esatto, nel senso che il trend corrruttivo nel nostro Paese e' gravissimamente stazionario. La Corte dei Conti ha preso un abbaglio''. E' quanto ha dichiarato il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo alla trasmissione televisiva 'Effetto Domino' condotta da Myrta Merlino, che andra' in onda domani sera su La7.
Secondo Brunetta, infatti, i magistrati contabili ''hanno preso in considerazione un dato specifico, solo le denunce della Guardia di Finanza''. Il ministro ha anche affermato di aver fatto notare l'errore ai magistrati contabili. Brunetta infine ha detto che ''non basta l'allarme, occorre fare le riforme e su questo -ha concluso- Montezemolo ha ragione''.
Alla domanda se al prossimo Cdm il disegno di legge anti corruzione vedrà il via libera, Brunetta è chiaro: "Penso proprio di si' e lunedi' saranno 15 giorni da quando abbiamo iniziato l'esame del testo venerdi' scorso''. Il ministro ha spiegato che all'ultimo Consiglio dei ministri era stata approvata una parte del ddl. ''Abbiamo deciso di aggiungere alla parte sugli inasprimenti delle pene altre due: una sul controllo degli enti locali, di competenza del ministro Calderoli e l'altra riguarda me e, in particolare, prevede la predisposizione di piani preventivi di integrita' per combattere la corruzione a livello di ogni singolo dirigente, cosi' come avviene per i piani di sicurezza previsti dalla legge 626 sugli infortuni e gli incidenti di lavoro. D'ora in poi, ci sara' una totalita' di informazione e trasparenza e capacita' di controllo sulle procedure degli appalti''.
Non manca poi una replica alle parole dell'ex presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo: "L'altro giorno, quando si scagliava contro l'inefficienza dello Stato e delle pubblica amministrazione, negli stessi minuti scoppiava lo scandalo che riguardava imprenditori privati e non quindi 10-20 direttori generali dei ministeri".
Brunetta ha quindi spiegato che all'epoca di Tangentopoli "i corruttori, coloro che davano le mazzette, erano imprenditori". Il ministro poi ha argomentato che "nel nostro Paese che vede un ruolo importante dello Stato come intermediario ci sono probabilita' che l'intermediazione possa a volte essere deviata. Quando c'e' una spesa pubblica di oltre 800 miliardi di euro, meta' del Pil, ci sono probabilita' di deviazioni. Ma questo avviene anche nel privato".