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Camorra, sequestrati beni per 3,5 mln di euro al clan dei Casalesi

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Napoli (Adnkronos) – Beni immobili per circa 3,5 milioni di euro, nella disponibilità dei fratelli Raffaele e Guido Zagaria, ritenuti appartenenti al clan dei Casalesi, sono stati sequestrati su disposizione del Tribunale (sezione misure di Prevenzione) di Santa Maria Capua Vetere. Il provvedimento è stato adottato su iniziativa del direttore della Direzione Investigativa Antimafia, generale dei carabinieri Antonio Girone.
I fratelli Raffaele e Guido Zagaria, rispettivamente di 55 anni e 45 anni di Casapesenna (Caserta), sono indagati dal 1987, assieme al fratello Vincenzo, nonché ad altri affiliati locali dell'organizzazione camorristica Nuova Famiglia.
Le indagini accertarono che Vincenzo Zagaria, Raffaele e Guido avevano instaurato un autentico clima di terrore e di omertà in Casapesenna (Caserta), favorendo le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore pubblico e privato, condizionandone le scelte e i programmi.
La caratteristica dei Casalesi è la sistematica infiltrazione nel tessuto economico della provincia di Caserta, sia direttamente, attraverso la costituzione da parte di appartenenti al clan di attività imprenditoriali finalizzate all'acquisizione di appalti pubblici, sia mediante il controllo di attività economiche facenti capo ad imprenditori compiacenti.
Secondo quanto emerso dalle indagini, utilizzando l'arma della corruzione e dell'intimidazione e successivamente attraverso l'inserimento di propri uomini negli enti locali, si innestava un accordo trilaterale tra politici, imprenditori e camorra, che stravolgeva di conseguenza il meccanismo della libera concorrenza, attraverso gli illeciti patti sulla assegnazione degli appalti. I costi della corruzione venivano interamente scaricati sulla spesa pubblica.
Come riferito anche da collaboratori di giustizia, i fratelli destinatari della misura di prevenzione patrimoniale hanno svolto ruoli non di semplici prestanome, ma di elementi affidabili per compiti di stabile collaborazione nelle attività di gestione e di rappresentanza anche con esponenti del mondo imprenditoriale e della pubblica amministrazione.
Guido e Raffaele Zagaria costituivano l'elemento contiguo delle attività mafiose di Vincenzo. Secondo gli inquirenti possono essere definiti come la 'facciata pulita' necessaria a Vincenzo, supporto logistico indispensabile per il riciclaggio dei proventi derivanti dalle sue molteplici attività illecite. A loro nome erano intestati i beni patrimoniali di società e ditte imprenditoriali, attraverso le quali, usufruendo del peso camorristico di Vincenzo Zagaria, sono riusciti ad accaparrarsi appalti pubblici e pubbliche commesse.
Guido Zagaria, coinvolto nell'operazione Spartacus 2 e condannato nel 2004 per associazione camorristica, venne anche colpito da ordinanza di custodia cautelare. Tuttora è imputato in diversi procedimenti penali per reati di estorsione, truffa e riciclaggio e per associazione camorristica. Anche il fratello Raffaele è stato implicato in Spartacus 2 e arrestato nell'ambito delle operazioni Spartacus 1 e Regi lagni, inquisito per associazione camorristica e tentato omicidio volontario. Inoltre è imputato in diversi procedimenti penali per reati associativi e truffa. I due fratelli si occupavano della gestione di tre lidi balneari sul litorale domizio; conducevano, su un terreno di loro proprietà, una fiorente attività di allevamento bufalino, per la produzione di latte da destinare alla caseificazione, nel quale sono state sequestrate diverse centinaia di bovini.
Tra i beni riconducibili ai fratelli Zagaria, individuati nel corso di mirate investigazioni tecnico-patrimoniali svolte dal centro operativo Dia di Napoli, ci sono l'intero capitale sociale della società Frine di Zagaria Raffaele & C Snc e la srl Lido Nettuno, società iscritta alla Camera di Commercio di Caserta entrambe con sede a Casapesenna. A Castelvolturno, sulla statale Domitiana in località Ischitella, sono stati sequestrati lo stabilimento balneare Lido Airone e lo stabilimento balneare Spiaggia del Passerotto. Infine i sigilli sono stati posti a un fondo a Giugliano in Campania e a una ditta individuale intestata a Raffaele Zagaria con sede a Casapesenna e iscritta alla Camera di Commercio di Caserta come allevamento di bovini.

Articlolo scritto da: Adnkronos