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Casentino, dove la crisi dell’edilizia è più dura

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Casentino, dove la crisi dell’edilizia è più dura

CASENTINO – “Il settore edile vive un periodo molto difficile ma nel Casentino la crisi è più dura che altrove”. Giuseppe Lagonegro, vice-presidente Unione Costruzioni di CNA Arezzo, precisa: “il Casentino è, tradizionalmente, una vallata caratterizzata da uno sviluppo non corrispondente alle sue potenzialità, ma nel settore edile le difficoltà – emerse prima che altrove – adesso si fanno sentire pesantemente”.
Uno dei mali irrisolti è la concorrenza sleale. “Per le ditte regolari è di fatto impossibile fronteggiare l’assalto di chi non rispetta le norme, non lavora a regola d’arte, non adotta le più basilari regole sulla sicurezza sui luoghi di lavoro – afferma Lagonegro. Questi soggetti, pur non avendo nulla o quasi dell’impresa, tolgono lavoro alle altre aziende. E’ amaro verificare quanto non sia premiante “stare alle regole”. L’abitazione è un bene primario, la validità di un investimento così duraturo è determinato da fattori legati alla conoscenza delle buone tecniche costruttive. Nonostante questo, abbiamo visto e vediamo fare di tutto e non sempre nel senso della buona qualità”.
Un osservatorio privilegiato sulla vallata è il Falea Cassa Edile Artigiana: nel corso dell’ultimo anno le ditte che hanno chiuso sono una percentuale poco significativa, i dipendenti usciti dal settore sono oltre 50, le ore lavorate sono scese di circa il 15%.
“In questa nostra difesa del settore abbiamo necessità dell’appoggio di altri attori determinanti quali le istituzioni, gli organismi ispettivi, i professionisti. Da tutti ci aspettiamo più attenzione. Ai liberi professionisti chiediamo una maggiore sensibilità nell’illustrare ai committenti i progetti e le qualità delle aziende perchè non sempre il prezzo più basso è quello più conveniente e i vantaggi nell’utilizzare aziende regolari e capaci sono rilevanti. E altrettanto importante far comprendere in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro le responsabilità che ricadono sul committente, renderlo consapevole che la filiera delle responsabilità parte dal soggetto che rappresenta”.

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