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Cdm: via libera alla manovra da 24 mld

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Cdm: via libera alla manovra da 24 mld

ROMA – La manovra da 24 miliardi è stata varata dal Cdm che si è riunito stasera alle 19.30. Il via libera dal consiglio dei ministri arriva alla fine di una giornata convulsa, in cui Tremonti ha incontrato le Regioni e le parti sociali. Con le prime il titolare dell'Economia avrebbe sottolineato il carattere straordinario delle misure prese, spiegando che "Questa non è una finanziaria qualsiasi: dobbiamo gestirla tutti insieme.Ai rappresentanti delle Regioni il ministro ha presentato le cifre , della correzione strutturale di 12 miliardi di euro, per il primo anno, a cui si aggiungeranno altri 12 miliardi il secondo. ''Non è la classica legge finanziaria – avrebbe sottolineato – E' un'intensa discontinuità di sistema che tutti dobbiamo comprendere''. Presenti all'incontro il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, i ministri dell'Economia Giulio Tremonti, dei Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, della Semplificazione Normativa Roberto Calderoli, della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, del Lavoro Maurizio Sacconi, dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, delle Politiche agricole Giancarlo Galan.
Al confronto con le autonomie locali era seguito a stretto giro quello con le parti sociali. Al tavolo, oltre all'esecutivo schierato pressoché al completo (assente al momento il premier Silvio Berlusconi), oltre 60 sigle sindacali. Per Cgil, Cisl e Uil c'erano i segretari generali, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, mentre per l'Ugl il segretario confederale Paolo Varesi. Per Confindustria ha partecipato il presidente Emma Marcegaglia e il direttore generale Gianpaolo Galli, mentre le imprese del commercio e dell'artigianato erano rappresentate da Rete imprese guidata da Carlo Sangalli. 'Non ci saranno dei tagli lineari ma ogni ministero, al suo interno, deciderà come intervenire in una logica di autoriduzione'', ha avvertito il ministro dell'Economia sottolineando che la fiscalità di vantaggio con modalità diverse tra le regioni non deve essere vista come ''una forma di competizione ma come un anticipo del federalismio fiscale''. "L'obiettivo fondamentale è ridurre il debito pubblico. La sua riduzione è un percorso obbligato", avrebbe detto secondo quanto si apprende. "Primum vivere deinde filosofari, ma in manovra c'è anche il maxi contrasto all'evasione fiscale", ha proseguito ribadendo come la correzione dei conti pubblici sia pari allo 0,8% del Pil nel 2011 e di un altro 0,8% nel 2012. Il gettito effettivo del contrasto però ''dovrà essere verificato nei prossimi anni'', ha affermato ancora Tremonti.
Tutti i dipendenti pubblici avranno il congelamento generale triennale dello stipendio, avrebbe poi aggiunto affermando inoltre che le pensioni di invalidità sono cresciute da 6 a 16 mld di euro.
Inoltre, il governo interverrà riducendo le finestre di accesso alla pensioni. "Pensiamo sia necessario intervenire con una diversa modulazione delle finestre, che non può diventare una trappola", spiega. Una misura difesa dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: "non è un intervento strutturale ma solo uno spostamento dell'erogazione".
Allo stesso tempo il ministro ha inoltre sottolineato che il sistema pensionistico italiano è il più solido d'Europa. L'Europa – avrebbe detto ancora – produce più debito che ricchezza. ''La manovra – avrebbe osservato secondo quanto riferiscono fonti presenti all'incontro – riduce il perimetro dell'area pubblica''.
Il patto di stabilità andrà modificato, ma in maniera più rigida. Inoltre ci sarà una definizione del calcolo dei contributi Ue che possono essere riconosciuti agli stati con deficit eccessivi, ha affermato Tremonti nel corso della presentazione della manovra alle parti sociali. Un paese che è in deficit eccessivo, spiega il ministro, ''non percepirà più i contributi Ue e quindi c'è un richiamo, a stare attenti'' considerato che l'Italia è il terzo paese per volume di contributi che riceve. ''E' opportuo intervenire a monte''. In tutta Europa, aggiunge il ministro, nessuna manovra prevede un aumento delle tasse, ''vengono fatte solo con la riduzione della spesa''. Mentre sulla previdenza il titolare del dicastero di via XX settembre conferma che il sistema ''e' in equilibrio, e' legata alle aspetattive di vita''.
''Le Regioni faranno la loro valutazione nella Conferenza dei presidenti ma per quello che mi riguarda considero la manovra insostenibile per le Regioni sia per le ricadute sui servizi sia per le risposte che le Regioni devono dare ai cittadini'', è stato il commento del presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani al termine dell'incontro a Palazzo Chigi sulla manovra finanziaria.

I tagli previsti ammontano a circa 10 mld di euro in due anni, ha sottolineato Errani ma ''non c'è stata chiarezza sulle cifre''. Ad esempio, ha sottolineato, ''bisogna capire cosa comporteranno i tagli sui ministeri: ci sono risorse e fondi che dai ministeri vengono dati alle Regioni''.
"Apriremo un confronto e mi auguro che il governo sia disponibile a cercare un punto di sostenibilità", ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni. Riguardo alla sanità, ha spiegato Errani, "non si è parlato di ticket". Facendo poi riferimento al percorso del federalismo fiscale e all'impegno chiesto con la manovra alle Regioni, Errani ha sottolineato: "Se il governo si trattenesse tutte le risorse relative ai fondi della Bassanini, per trasporti e servizi il federalismo non ha più nulla da fare".
"La manovra va assolutamente cambiata in Parlamento". E' il leader della Cgil, Guglielmo Epifani a commentare così, nel corso di una brevissima conferenza stampa, i provvedimenti presentati oggi dal governo per correggere i conti pubblici. La manovra d'altra parte "cheide sacrifici sempre ai lavoratori, pubblici e privati senza alcun sostegno all'occupazione. E' iniqua", spiega. "Viene toccato un lavoratore che guadagna 1500 euro che poi deve andare in pensione anche più tardi. Questo dà il segno della manovra", aggiunge. Giudizio in 'stand by' per la Cisl, che aspetterà di vedere il testo della manovra. ''Ma stia attento Berlusconi perché questa è una prova importante. Il governo non deve dare segnali sbagliati''. Lo afferma il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, al termine dell'incontro con il governo. ''Rimetteremo il giudizio da quello che vedremo nei testi che nessuno allo stato conosce'', dice il segretario. La situazione potrà essere ''capita e gestita'' se accanto alle misure che fanno nei confronti dei lavoratori ci saranno anche ''misure di peso per quelli che guadagnano di più''.
"Che la manovra di stabilizzazione sia necessaria è evidente. Piuttosto che aumentare le tasse ci siamo dolorosamente convinti che non ci sono altre strade che tagliare la spesa pubblica. Ma è necessario che siano definiti con chiarezza i tagli ai costi della politica e di funzionamento della P.a. Solo a fronte di questi tagli il nostro giudizio complessivo sulla manovra potrà essere positivo". Così il leader della Uil, Luigi Angeletti. "I costi della politica sono quelli cresciuti di più in questi anni di cifre spaventose. Quindi se tagliano la spesa pubblica devono tagliare anche i costi della politica non solo per dare l'esempio ma anche per una questione di sostanza; ci sembra un sacrificio pertinente visto che in questi anni ci siamo svenati e non mi venite a parlare di democrazia", prosegue.
Per rendere credibile la manvora economica "servono tagli veri ai costi della politica", è l'opinione del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. "Il tema del costo della politica è serio e servono tagli veri. E' questo un elemento essenziale per rendere la manovra credibile", ha aggiunto.