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Cile, i minatori tornano alla luce

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Copiapo – (Adnkronos) – Sette dei 33 minatori prigionieri nella miniera cilena di San Jose' sono stati ormai tratti in salvo. Il primo ad uscire all'esterno, alle 00.10 (ora locale) e' stato Florencio Avalos, 31 anni. Con un paio di occhiali scuri e un elmetto in testa, ha abbracciato la moglie e il giovane figlio in lacrime, per poi salutare il presidente cileno Sebastian Pinera. Secondo in comando alla miniera al momento dell'incidente del 5 agosto, Avalos è stato scelto per uscire per primo perché considerato il più adatto a fornire utili informazioni sui lunghi 69 giorni passati sotto terra e ad affrontare con calma eventuali problemi durante il percorso di risalita. Sottoterra c'e' ancor suo fratello minore Renan.
Il secondo ad uscire, è stato Mario Sepulveda, 39 anni, l'uomo che faceva da presentatore ai video girati dai minatori mentre erano prigionieri sotto terra. Sepulveda giaàscherzava con i soccorritori durante i 17 minuti del percorso della capsula che lo ha portato su, lungo un percorso di 622 metri. "Non trattateci come star dello spettacolo, ma continuate a trattarci come Mario, il lavoratore, il minatore" ha detto pochi minuti dopo essere uscito dalle viscere della terra. "Sono super contento di vivere questo momento – ha detto poi il minatore che appena uscito dalla capsula ha abbracciato la sua famiglia e gridato 'Viva Cile' – però questo paese deve capire che possiamo avere dei cambiamenti nel mondo del lavoro". Parlando dell'esperienza degli oltre due mesi passati sottoterra ha poi detto che "stavo con Dio e con il diavolo, però mi sono aggrappato alla mano di Dio e in nessun momento ho dubitato del fatto che Dio sarebbe venuto a salvarmi".
Poi sono saliti in superficie l'ex soldato Juan Illanes Palma, 52 anni e l'unico boliviano del gruppo, il 23enne Carlos Mamani. Il quinto minatore tratto in salvo è il piu' giovane del gruppo, il 18enne Jimmy Sanchez, apparso in condizioni di salute peggiori degli altri e portato via su una barella. Via via poi sono usciti tutti gli altri minatori.
L'operazione per il salvataggio è iniziata la scorsa notte con l'arrivo sottoterra di tre soccorritori. I 33 uomini prigionieri dal 5 agosto hanno accolto con grida di entusiasmo Manuel Gonzales, il primo soccorritore che li ha raggiunti con la speciale capsula Phoenix costruita appositamente per l'operazione.
I minatori l'aspettavano a torso nudo, con i soli calzoncini, un abbigliamento adatto alla temperatura di 35 gradi che si registra sottoterra. Ma per uscire all'esterno devono indossare uno a uno abiti caldi per affrontare il freddo sottozero della notte nel deserto di Atacama. E mettersi occhiali scuri, anche se all'esterno è notte.
Isolati per i primi 17 giorni dopo l'incidente, fino a quando non si e' verificato il loro miracoloso ritrovamento, i 33 minatori sono inzialmente sopravvissuti dividendosi un boccone di tonno e un sorso di latte ogni 48 ore. In media hanno perso dieci chili di peso a testa, sia per le privazioni dei primi giorni ma anche per l'esigenza di rimanere abbastanza magri da entrare nella stretta capsula costruita dalla marina cilena – 54 centimetri diametro e 4 metri di altezza – che li deve portare in superficie lungo un pozzo profondo 622 metri per un percorso di 17 minuti. All'interno della capsula si trovano bombole di ossigeno, una linea di comunicazione con l'esterno e cinture speciali che monitorano i segni vitali dei minatori. Prima del salvataggio e' stata adottata una dieta liquida per evitare la nausea e ridurre i problemi con la pressione sanguigna.
Durante il percorso ogni minatore indossa calze e un corpetto speciali per assicurare la regolare circolazione del sangue all'interno della capsula. Appena uscito dall'esterno, una volta abbracciati i familiari, e' previsto che i minatori vengano esaminati in un ospedale da campo allestito sul posto. Successivamente, verranno portati in elicottero all'ospedale della vicina citta' di Copiapo. Qui vi rimarranno almeno 48 ore, durante le quali potranno incontrare liberamente i familiari.
In caso di cattive condizioni del tempo il trasporto in ospedale avverra' via terra e in questo caso verranno bloccate al traffico tutte le strade per permettere un trasferimento piu' rapido possibile. Almeno 1600 giornalisti di tutto il mondo si sono radunati a campo Esperanza, l'accampamento dove i i familiari dei minatori attendono da lunghi giorni di rivedere i loro cari.
"In questa operazione di salvataggio noi cileni abbiamo mostrato il meglio del nostro paese" ha detto il presidente Sabastian Pinera che sta seguendo dalla miniera di San Jose' il salvataggio dei minatori. "Questa e' una notte bellissima che i cileni e l'intero mondo non dimenticheranno mai" ha aggiunto ancora il presidente che e' stato tra i primi, dopo i familiari, ad abbracciare Florencio A'valos, il primo dei minatori ad uscire dalle viscere della terra.
"Florencio mi ha espresso la gratudine sua e di tutti i suoi compagni verso tutti i cileni, sin dal primo momento hanno sentito di non essere soli" ha detto ancora Pinera. "L'esempio di questi minatori deve rimanere con noi per sempre", ha aggiunto il presidente ringraziando Dio e le squadre di soccorso per aver portato a termine una missione di salvaraggio che per difficolta' e ampiezza non ha precedenti nella storia. Una cosa che "rende orgogliosi tutti i cileni", ha aggiunto assicurando che il suo governo ora cerchera' di varare misure di sicurezza maggiori nelle miniere.
Pinera ha fatto poi riferimento al "magico numero 33" che ritorna in questa tragedia che a quanto pare è destinata ad un lieto fine: il numero dei minatori bloccati, ma anche la data del salvataggio, 13 ottobre 2010. Se vengono addizionati tutti i numeri della data il risultato e' infatti 33. Il presidente ha concluso ricordando i giorni immediatamente successivi al crollo, "quando non sapevamo se fossero vivi o morti, ci siamo impegnati a cercarli e abbiamo mantenuto la nostra promessa".

Articlolo scritto da: Adnkronos