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Ciliegie cilene e albicocche australiane, fino a 35 euro al chilo

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Roma (Adnkronos) – Dalle albicocche australiane vendute a 28 euro al chilo alle ciliegie del Cile che arrivano a 35 euro al chilo: è lunga la lista dei prodotti ''snob'' del Natale che pesano sulle tasche degli italiani e concorrono ad inquinare l'ambiente. E' quanto afferma la Coldiretti che ha presentato la lista nera dei consumi di Natale per contribuire ad orientarsi verso stili di vita piu' sobri e responsabili. Secondo lo studio della Coldiretti negli ultimi dieci anni si è assistito in Italia ad una crescita esponenziale degli sbarchi di frutta straniera "contro" stagione come le more dal Messico (+6100%), i mirtilli dall'Argentina (+560%) o le ciliegie dal Cile (+122%) i cui arrivi si concentrano proprio nel periodo di Natale. "Il consumo durante le feste di fine anno di prodotti fuori stagione provenienti di migliaia di chilometri di distanza è – sottolinea la nota Coldiretti – una tendenza in forte ascesa che concorre a far saltare il budget dei cenoni con prezzi superiori ben oltre le dieci volte quelli di mele, pere, kiwi, uva, arance e clementine Made in Italy e appare del tutto ingiustificata perché si tratta spesso di prodotti poco gustosi e saporiti, essendo stati raccolti ad un grado di maturazione incompleto per poter resistere a viaggi di migliaia di chilometri percorsi su mezzi inquinanti che liberano nell'aria gas ad effetto serra". "E' stato calcolato che – sottolinea la Coldiretti – un chilo di albicocche australiane viaggiano per oltre sedicimila km, bruciano 9,4 chili di petrolio e liberano 29,3 chili di anidride carbonica, un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall'Argentina deve volare per più di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica attraverso il trasporto con mezzi aerei". Tra i prodotti più diffusi che rischiano di ''inquinare il Natale'' ci sono anche le angurie del Brasile, le more dal Messico, gli asparagi dal Perù, i meloni dal Guadalupe e i fagiolini dall'Egitto per i quali Coldiretti esprime oltre che perplessità ambientali anche perplessità di carattere sanitario. Meglio dunque riscoprire frutti meno ''diffusi'', ma nazionali come cachi e fico d'India o antiche varietà, dalla mela limoncella alla pera madernassa, che valorizzano le tradizioni del territorio e garantiscono un sicuro successo a prezzi contenuti, rimandando alla giusta stagione il consumo di ciliegie, anguria, asparagi o fagiolini. " Molto spesso questi prodotti – conclude Coldiretti – possono essere acquistati nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica presenti nelle piccole e grandi città che garantiscono l'origine locale dei prodotti offerti direttamente dagli agricoltori con il miglior rapporto qualita'/prezzo".

Articlolo scritto da: Adnkronos