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‘Concerto per un amico’: intervista a Mario Menchetti

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AREZZO – Volti dietro le quinte. Sono quelli poco noti degli organizzatori della tre giorni musicale”Concerto per un amico” che si svolge al campo sportivo di Indicatore il 24-25-26 giugno.
Ma il merito del successo della kermesse canora è in gran parte dovuto alla loro oscura fatica. Neppure sull’aggiornatissimo sito www.concertoperunamico.it esistono loro nomi ed immagini. Eppure sono riusciti a portare ad Indicatore personaggi del calibro di Edoardo Bennato, Pfm, Nomadi,Paola Turci,Enrico Ruggeri,Daniele Silvestri,Baustelle.
Abbiamo chiesto a Mario Menchetti se sono rimasti in contatto con questi artisti. Risposta negativa. I cantanti sono dei giramondo, non mettono radici. A parte i Negrita che sono della zona. Su Internet ogni tanto fa capolino Romeo Grosso, manager della Pfm, che chiede come va.
Al Presidente Alessio Ballerini abbiamo rivolto le seguenti domande:
E’ difficile organizzare concerti di questo livello?
Sì perché ci sono tante difficoltà nel contattare artisti super impegnati, nell’ottenere udienza dalle agenzie dei nomi più grandi. Dietro la tre giorni ci sono 6 mesi di lavoro. Difficile anche reperire materiale e fondi. Siamo alla ricerca di forze nuove.
Come fate a convincere questi grandi artisti ad esibirsi ad Indicatore?
Pagandoli. Perché gli artisti non fanno sconti. Vogliono lo stesso cachet nonostante si tratti di beneficienza. Chiedono garanzie: un bel posto dove esibirsi, soldi. Talora c’è una donazione personale dell’artista.
Quanto è difficile montare un palco adatto alle circostanze?
No, non è difficile perché con gli anni acquisisci esperienza. I primi anni ce lo montava una ditta di Mantova gratuitamente. Ora ci pensiamo noi. E’ un palco modulare semplice. Lo ha comprato il Comune di Arezzo che lo custodisce nei suoi magazzini.
Quanto durerà la formula “Concerto per un amico?”
Intanto pensiamo a questa edizione. Viviamo alla giornata. Poi a settembre si riunisce il nuovo Consiglio direttivo che deciderà in merito anche a questo. Speriamo duri il più a lungo possibile.
Come sensibilizzare i giovani alla prudenza sulle strade?
Con l’iniziativa “Happy Night”. Noi siamo contro il proibizionismo. Consigliamo di bere con giudizio, degustare, non esagerare. Ma se ti capita di bere troppo, stai tranquillo, il campo sportivo è grande, ti metti da una parte e aspetti di stare meglio per ripartire. Non vogliamo che la festa si trasformi in tragedia.
A quali realizzazioni vi siete dedicati con la beneficienza?
Watoto che si occupa di scuole e vaccini in Kenia; la missione di don Gnaldi in Perù consigliataci da un’amica di Olmo; Emergency; queste sono quelle che mi sono rimaste più impresse.
Siete voi il nuovo Arezzo Wave?
No, siamo molto lontani sia come filosofia che come nomi partecipanti. Inimitabile rimarrà quella manifestazione non clonabile né da Livorno né da Firenze con il nome di Italia Wave. Ci sentiamo spesso con l’organizzatore Mauro Valenti a cui chiediamo consigli sul da farsi.