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Consiglio Comunale 26 febbraio 2010, le interrogazioni

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Consiglio Comunale 26 febbraio 2010, le interrogazioni

AREZZO – La prima interrogazione di Gianni Cantaloni, capogruppo Fi verso il Pdl, si è soffermata sullo stato del manto delle strade cittadine che, dal centro alla periferia, è particolarmente compromesso. Una situazione, affrontata per adesso solo con interventi parziali, ancor più grave dopo le copiose piogge e gelate di questo inverno. Con quali e quante risorse s’intende risolvere il problema visto che in certi punti della città le persone che circolano in motorino e bicicletta rischiano rovinose cadute?
Franco Dringoli ha ricordato che nel piano delle opere pubbliche sono stanziati 1.000.000 euro proprio per nuove asfaltature che si aggiungono a quelle di strade importanti come via Anconetana, via Setteponti e altre.
Ulisse Domini, Pd, ha chiesto che il polo del digitale di prossima realizzazione diventi uno degli strumenti per dare una svolta economica alla realtà locale e sopperire così alla crisi del manifatturiero che ha colpito il nostro territorio. Per imprimere un salto di qualità alle imprese aretine necessita l’attività sia dell’assessorato all’innovazione sia del consorzio “Arezzo innovazione” che possono produrre progetti finanziati dalla regione per aiutare le aziende in difficoltà anche grazie a studi e indagini di mercato.
L’amministrazione ha costituito, ha ricordato l’assessore all’innovazione Emiliano Cecchini, un apposito Ufficio innovazione per intercettare finanziamenti europei da destinare a progetti che portino allo sviluppo della soft economy. Sono poi in piedi 4 progetti: il wi-fi per dare accesso alla banda larga in tutti i bar aretini; il viaggio in Cina per far conoscere ai giovani Shangai, il cunicolo di San Zeno di 2 chilometri e mezzo per il quale presto aggiudicheremo la gara, un vero e proprio progetto pilota anche per nuove urbanizzazioni; il polo del digitale già composto da 25 aziende all’avanguardia.
Cave di Quarata e inquinamento delle falde acquifere sono state oggetto di un’interrogazione di Marco Paolucci, Sinistra, dove viene auspicato che le paure emerse dai dati di questi giorni risultino infondate ma si chiede anche di fare tutto il possibile per dare certezze ai cittadini, magari sgombrando il campo dai dubbi coinvolgimento un istituto pubblico “terzo” che produca le sue analisi da mettere a confronto con quelle di Arpat e quelle dei cavatori.
Già nel 2008, ha ribadito l’assessore Roberto Banchetti, il sito da Arpat è stato definito “potenzialmente inquinato”: è stata perciò verificata la potabilità di pozzi e falde, fatto un censimento delle abitazioni non servite da acquedotto pubblico, ampliato l’acquedotto stesso, incrementate le indagini, costituiti uno specifico gruppo di lavoro composto da esperti di diverse discipline e un tavolo permanente delle aree estrattive dove enti e soggetti pubblici sono coinvolti e vengono invitati comitati di cittadini. Nel 2010 l’obiettivo è sviluppare il monitoraggio sui terreni.
Il dibattito sulle cave è proseguito grazie a una replica di Marco Manneschi, Città Aperta – Idv, a una risposta di Banchetti a una sua precedente interrogazione. Manneschi si è detto insoddisfatto per il modo in cui l’amministrazione ha gestito l’aspetto comunicativo legato ai dati delle analisi, che pecca di incoerenza, mancanza di chiarezza e di consequenzialità fra informazioni stesse e azioni poste in essere. Un aspetto, questo, che ha inficiato la qualità dei rapporti tra amministrazione e popolazione residente. I dati dimostrano, ancora una volta, come in realtà il sito sia inquinato a danno delle decine di famiglie ancora non servite dall’acquedotto pubblico. La richiesta è che l’amministrazione svolga azioni conformi alle norme nazionali improntate ai principi di precauzione, azione preventiva, correzione dei danni all’ambiente.
Marco Donati, Pd, ha ricordato al vice Sindaco Giuseppe Marconi la serie di furti in località Bagnoro, un tipico episodio seriale che vede criminali prendere di mira una frazione e batterla sistematicamente. Anche altre zone della città sono state interessate da eventi simili.
I tre consiglieri comunali di Arezzo Futura hanno chiesto all’assessore Alessandro Caporali se, come e quando il Comune intenda intervenire per mettere in sicurezza gli immobili di proprietà di Arezzo Casa in Piazza Andromeda visto il loro stato crescente di degrado, le infiltrazione di acqua appena piove e i rischi per la stessa stabilità.
Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha poi risposto a due interrogazioni illustrate da Del Pace e Giorgetti in precedenti Consigli: ha dichiarato di avere sollecitato la commissione toponomastica affinché proceda alla intitolazione di una strada cittadina alle vittime della strage di San Polo e di essere addivenuti a una convenzione tra Comune e il signor Andreoni per giungere al rilascio di un permesso di costruire senza pagamento oneri di urbanizzazione per il progetto di casa di cura che il cittadino suddetto ha presentato. Il corrispettivo è che Andreoni dovrà impegnarsi a destinare ai bisognosi del Comune di Arezzo il 10% dei posti letto dell’istituto. La casa di cura sorgerà in via Tarlati, angolo via Porta San Biagio.