Arezzo – «La decisione assunta dal consiglio provinciale di respingere la mozione del capogruppo della FdS Alfio Nicotra, tesa modificare l'intesa Regione Toscana – Conferenza Episcopale Italiana in merito all'assunzione di personale sanitario e sul diritto dei malati ad usufruire di conforto religioso di tutte le fedi, è stata una decisione saggia e rispettosa delle regole. Innanzitutto era premura dell’Unione di Centro far notare che, addirittura, la questione non è di pertinenza della Provincia. In ogni caso, l’esistenza di personale sanitario che si occupi di fornire conforto religioso ai malati è una circostanza prevista dalla legge, non viola nessun principio, tanto meno quello della laicità dello stato. Stato laico vuol dire che ai cittadini non è imposto nessun credo religioso e non sembra proprio l’Italia il caso di una nazione che voglia imporre il cristianesimo. Ma sta di fatto che la maggioranza dei cittadini italiani è di religione cristiana, pertanto la presenza di un sacerdote in un luogo di sofferenza non soltanto è perfettamente in regola con le norme vigenti, ma è anche un’esigenza di molti degenti. Tra l’altra, ci piace pensare che questa circostanza rientri nell’ottica di quel richiamo ai valori cristiani in politica che ha recentemente sottolineato papa Benedetto XVI. Da ultimo, si ricorda che, in un’ottima generale di riduzione degli sprechi di denaro pubblico, sono altre e di ben altra consistenza le spese che andrebbero tagliate, piuttosto che lo stipendio di due sacerdoti – tanti sono nella provincia di Arezzo – i quali offrono peraltro un supporto, in molti casi indispensabile, nel momento del dolore.»