Home Politica Ex lebole: ‘progetto per qualità urbanistica, economia e occupazione’

Ex lebole: ‘progetto per qualità urbanistica, economia e occupazione’

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Arezzo – La Lebole ha segnato la storia di Arezzo. L’ex area industriale può rappresentare una componente importante del suo futuro. In questa ottica, il gruppo consiliare del Pd valuta positivamente il dibattito di questi giorni.
Il Sindaco Fanfani, convocando nel suo ufficio le categorie economiche e gli imprenditori, ha indicato le linee strategiche generali che il Pd condivide. L’area ex Lebole deve essere quindi intesa come funzionale allo sviluppo complessivo della città. Le categorie economiche hanno espresso la loro posizione ed è stata registrata la fondamentale disponibilità di qualificati imprenditori locali. La “griglia” indicata dal Sindaco rappresenta lo schema a cui fare riferimento: un progetto di alta qualità che non solo riqualifichi un’area ormai da troppo tempo abbandonata ma che rappresenti un polo di attrazione ad Arezzo. Un progetto che delinei un nuovo equilibrio tra il centro e l’intera zona della Lebole – Pratacci con un giusto dimensionamento del commerciale e che sia in grado di creare nuova occupazione, sia nella fase di realizzazione che di utilizzazione dell’area.
Il Pd ritiene di particolare significato che sia proprio una cordata aretina a farsi avanti in questa situazione: è segno della vitalità della nostra economia e della possibilità che il benessere prodotto localmente rimanga nel territorio. Deve essere costruito un percorso amministrativo che dia certezza alla città sul fatto che le attività commerciali di matrice locale che verranno attivate nell’area, abbiano una solida continuità nel tempo.
L’annunciata possibile riduzione della superficie destinata a commerciale potrà certamente favorire un punto d’incontro tra le posizioni che sono emerse in questi giorni. Ovviamente è necessario un confronto non “ideologico” e nemmeno “pregiudiziale”. Ci sono autorevoli esponente politici di livello nazionale che teorizzano il “fare” ma che praticano il si a Roma e il no ad Arezzo. E svolgono il facile, superfluo e, oggi, pericoloso ruolo di “guastatori”. Di questi esponenti Arezzo non ha più bisogno.