Home Attualità Salute Fate anche in Italia un centro per le malattie rare delle ossa

Fate anche in Italia un centro per le malattie rare delle ossa

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FIRENZE – Il professor Michael P. Whyte (nella foto) è uno dei massimi specialisti di malattie rare dell’osso. Americano, direttore dello Shriners Hospitals for Children di St. Louis, partecipa domani a Firenze a un simposio che il Congresso Mondiale di Osteoporosi dedica ai farmaci per questo genere di patologie.

Professor Whyte, nella ricerca sulle malattie rare delle ossa quali scoperte potrebbero agevolare lo sviluppo di nuovi farmaci?
Con la scoperta di alcuni geni che regolano il metabolismo osseo e che risultano mutati in specifiche malattie rare, sta prendendo piede la ricerca di farmaci che agiscano bloccando o stimolando l’azione del relativo gene malattia.

Può fare un esempio?
Nell’osso ci sono due tipi di cellule che lavorano in costante accoppiamento: cellule deputate a costruire osso, gli Osteoblasti, e cellule che lo distruggono, gli Osteoclasti. Il sistema RANK-Ligando-Osteoprotegerina-RANK (che spiegherò) è la base del dialogo tra Osteoblasti e Osteoclasti: di fronte a uno stimolo quale ad esempio una variazione del carico meccanico sull’osso, gli Osteoclasti riassorbono osso, poi si ritirano e gli Osteoblasti formano nuovo tessuto da apporre al posto delle lacune.

Dunque per fare ciò i due tipi di cellule dialogano?
Esattamente. Gli Osteoclasti hanno sulla superficie una molecola detta RANK, gli Osteoblasti producono RANK-Ligando, una molecola che una volta raggiunto il recettore RANK fa attivare l’Osteoclasta e stimola la distruzione dell’osso. Per porre fine all’azione degli Osteoclasti, gli Osteoblasti producono un’altra molecola, l’Osteoprotegerina che, come dice il nome, inibisce gli Osteoclasti e previene la distruzione.

Che cosa ha prodotto questa scoperta?
La scoperta di questo meccanismo ha dato luogo alla creazione di vari farmaci che imitassero l’Osteoprotegerina o comunque bloccassero il RANK o il RANK-L, per prevenire l’osteoporosi. L’unico farmaco dimostratosi efficace sull’uomo è il Denosumab, un anticorpo che blocca RANK-L. E’ indicato per l’osteoporosi post-menopausale e quella degli uomini in terapia anti-ormonale per tumori alla prostata. Ma lo stesso meccanismo di segnalazione è coinvolto anche in malattie rare come l’Osteolisi Familiare Espansiva e la malattia di Paget giovanile.

Ci sono esempi di possibili terapie che agiscono sulla formazione di osso?
Le Iperostosi Endostali Ereditarie, come la Sclerostosi e la malattia di van Buchem, sono patologie rare con eccessiva formazione di osso. Si è visto che sono coinvolti due geni: LRP5 e SOST. Queste scoperte offrono nuove prospettive per lo sviluppo di farmaci anti – SOST o farmaci che agiscono sul meccanismo di segnalazione di LRP5 come terapia di stimolo della formazione ossea.

Sono noti altri geni che potrebbero essere bersaglio di nuovi farmaci per le malattie ossee?
La Picnodisostosi è un disordine ereditario con deformità ossee e bassa statura. E’ associato a un deficit di Catepsina K, un enzima chiave nel rimodellamento osseo. Il blocco farmacologico della Catepsina potrebbe essere considerato per la terapia di alcune malattie osteo-metaboliche.

Vale la pena realizzare un centro specialistico per la ricerca sulle malattie rare?
Per molti aspetti, noi dello Shriners Hospital ci consideriamo un centro specializzato per la ricerca delle malattie rare dell'osso. La risposta a questa domanda dovrebbe essere un inderogabile ‘sì’. E anche in Italia un centro specializzato potrebbe garantire un'importante infrastruttura per l'educazione, la terapia e la ricerca per patologie che sono spesso ‘orfane’.