Home Cronaca Finita dopo 14 giorni la protesta sulla gru a Brescia

Finita dopo 14 giorni la protesta sulla gru a Brescia

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Brescia (Adnkronos/Ign) – Si è conclusa questa sera la protesta degli immigrati che da sedici giorni si erano asserragliati una gru di un cantiere in via San Faustino, a Brescia, per la mancata concessione dei permessi di soggiorno. I quattro immigrati, riferisce il Giornale di Brescia nella sua edizione on line, sono scesi poco fa salutando la folla, al termine di una giornata di trattative.
La svolta arriva dopo uno stallo che negli ultimi giorni ha visto sempre più netta la contrapposizione sia in piazza, che nei palazzi della politica, tra chi appoggiava gli immigrati e chi fa appello al rispetto della legalità. Mentre nelle strade di Brescia e di Milano, dove si sono asserragliati altri extracomunitari nella ex torre Carlo Erba, la polizia fronteggiava i manifestanti giunti a dar man forte ai lavoratori senza permesso. Cariche e assalti, con feriti e rischio di vedere degenerare la situazione già tesissima.
''Assegnare un permesso temporaneo di protezione sociale, utilizzando l'articolo 18 della legge sull'immigrazione". L'ex sindaco di Brescia Paolo Corsini, attuale deputato Pd nella mattina aveva lanciato la proposta.
''Agli extracomunitari che denunciano gli italiani che hanno sfruttato la loro condizione e approfittato della loro situazione bisogna dare questa via d'uscita', ha spiegato Corsini, sindaco per 13 anni nella città lombarda. "Si tratta di una misura già applicata dal ministro Maroni per quanto riguarda le vicende di Rosarno", conclude.
Sulla questione intanto la Cgil punta il dito contro la Bossi-Fini. "Quanto sta accadendo a Brescia ''è frutto di una legge sbagliata, la Bossi-Fini, e della riduzione di un grande e difficile tema sociale e del lavoro a 'semplice' tema di ordine pubblico'', spiega la segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica. Sul tema degli immigrati ''hanno creato fortune elettorali ma hanno reso sempre più gravi e difficili i problemi da affrontare. Richiediamo con insistenza ai ministri Maroni e Sacconi di attivare un confronto per affrontare i problemi più urgenti, a partire da quelli prodotti dalla crisi e da quelli che emergono da un'estensione del lavoro nero impressionante, che schiavizza gli immigrati, abbassa i diritti di tutti i lavoratori e la competitività delle imprese sane''. Secondo la Cgil ''è necessario allungare la durata del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro, estendere l'articolo 18 del Testo Unico sull'immigrazione per dare la possibilità di denunciare le situazioni di grave sfruttamento, recepire la direttiva 52 dell'UE, completare rapidamente la regolarizzazione di coloro che hanno fatto domanda per la sanatoria colf e badanti del Settembre 2009 e estendere quel provvedimento ai lavoratori degli altri settori ed in particolare di edilizia ed agricoltura''. Per sostenere queste proposte la Cgil ha promosso una giornata di mobilitazione per il 18 novembre, con iniziative in tutto il territorio nazionale.
Intanto due dei cinque immigrati che da dieci giorni manifestano sopra l'ex torre della Carlo Erba, in via Imbonati a Milano, sono scesi. I due, alle 4.40 circa della notte, approfittando del buio se ne sono andati, confondendosi tra le persone ai piedi della torre, senza essere bloccati dalle forze dell'ordine. "Mi auguro che gli immigrati scesi dalla torre siano stati identificati", ha detto Davide Boni, presidente leghista del Consiglio della Regione Lombardia.
"E' vergognoso -sottolinea- che in questa vicenda, così come in quella di Brescia, vi siano associazioni, evidentemente politicizzate, che supportano queste proteste illegali, fomentando gli immigrati a proseguire in una protesta che di fatto vorrebbe la messa in regola dei clandestini presenti sul nostro territorio". Una richiesta "inaccettabile, in quanto -conclude Boni- una nuova sanatoria metterebbe in ulteriore difficoltà il nostro Paese che da un punto di vista occupazionale ed economico non può certamente spalancare ulteriormente le proprie porte, mettendo in regola anche chi non dovrebbe neppure essere in Italia perché irregolare".

Articlolo scritto da: Adnkronos