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GDF: Imprenditore edile privo di redditi ma con villa e fuoristrada

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GDF: Imprenditore edile privo di redditi ma con villa e fuoristrada

Firenze – I militari della Tenenza di Borgo San Lorenzo hanno tratto in arresto, su ordinanza emessa dalla II Sezione Penale del Tribunale Ordinario di Firenze – Presidente dott. Marco Bouchard – un imprenditore (S.G., 49 anni) nativo di Borgo San Lorenzo e residente a Vicchio. I reati contestati sono: bancarotta fraudolenta, occultamento di scritture contabili, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, falso materiale e ideologico, fraudolento danneggiamento di beni assicurati, violenza privata. L’ordinanza dell’applicazione della custodia cautelare in carcere è stata emessa su richiesta del PM dott. Paolo Barlucchi della Procura della Repubblica di Firenze.
Il Tribunale, su segnalazione del citato Pubblico Ministero, dopo aver condannato, in sede di udienza, l’imprenditore alla pena di anni 9 di reclusione e alla confisca di un immobile (costruito con risorse finanziarie sottratte al fallimento di una propria società) ha disposto la misura cautelare rilevando la continuazione, nel frangente, delle medesime condotte illecite.

Le indagini sono iniziate nel 2006 su incarico del Tribunale di Firenze in merito all’ennesimo fallimento di una impresa edile intestata a prestanomi ma gestita di fatto dall’arrestato.
Pur in presenza di consistenti debiti con l’Erario, l’arrestato riusciva ad aggiudicarsi l’esecuzione di opere edili tramite l’esibizione di falsi documenti di regolarità contributiva (c.d. D.U.R.C.) e modelli di pagamento F24, che, in quanto contraffatti, attestavano un’inesistente correttezza nei versamenti.

Sebbene nullatenente e privo di redditi (in modo da rendere vana ogni pretesa dell’Erario) l’arrestato utilizzava macchine di grossa cilindrata intestate a terzi soggetti e viveva in una lussuosa villa in Vicchio (FI). Il terreno dove era stata edificata la villa, già di proprietà dell’arrestato e finito all’asta a seguito di insolvenza, era stato riacquistato dallo stesso mediante la fittizia interposizione di suo zio. Su tale area è stata poi edificata la villa che non è mai stata accatastata al fine di renderla “invisibile” alle procedure fallimentari.

L’analisi dei flussi finanziari ha evidenziato, altresì, che l’arrestato, al fine di ostacolare l’individuazione delle proprie effettive capacità contributive, ha fatto transitare i proventi in nero delle sue attività su conti bancari e postali intestati a prestanome (familiari e lavoratori dipendenti). Un operaio avrebbe inoltre subìto violenza fisica per essersi rifiutato di proseguire a fare il prestanome e per aver chiesto gli stipendi arretrati.

I numerosi lavoratori impiegati, prevalentemente di nazionalità albanese e rumena, ricevevano false buste paga e CUD, (per lo più scritti a mano) che servivano unicamente per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno.

I mezzi utilizzati per l’attività d’impresa erano intestati a terze persone, con i quali non aveva apparentemente alcun legame, oppure ottenuti in noleggio. Alcuni autoveicoli erano sprovvisti di carta di circolazione e di copertura assicurativa obbligatoria (i tagliandi esposti sulle autovetture erano copie a colori contraffatte) mentre altri sono risultati distratti dal fallimento di una autoconcessionaria di Firenze.

Le varie imprese, riconducibili all’imprenditore oggetto di misura cautelare, nel tempo non hanno versato IVA per € 516.000. Ai fini II.DD. non hanno contabilizzato e dichiarato importi pari ad € 2.950.000. Inoltre non sono state operate e versate ritenute per € 184.000.

L’arrestato è stato associato al carcere di Firenze – Solliciano.