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Grecia, Berlino: pronti 8,4 miliardi di aiuti

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Grecia, Berlino: pronti 8,4 miliardi di aiuti

BRUXELLES – Dopo una nuova giornata di passione sui mercati e l'ennesimo appello della Grecia all'Europa perché "spenga l'incendio", la parola d'ordine di oggi è 'accelerazione', con la Germania che sembra aver ammorbidito le sue 'rigidità' ed aver ceduto sugli aiuti. Intanto le cifre del prestito ad Atene sono lievitate ben oltre i 100 miliardi: la stima di Fmi e Bce è che si possa arrivare fino a 120 miliardi, mentre il ministro dell'Economia tedesco Rainer Bruderle ha parlato addirittura di 135 miliardi per tre anni.
Sotto pressione perché desse il via libera agli aiuti, Berlino ha annunciato che già venerdì il Bundestag – ma il Bundesrat, la Camera alta, è convocato per il 7 maggio – potrebbe dare il via libera alla concessione del prestito di 8,4 miliardi di euro per il 2010 e per una cifra non specificata nel 2011 e nel 2012. Un passo importante per facilitare quella decisione "rapida" invocata da Dominique Strauss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), e da Jean-Claude Trichet, presidente della Banca Centrale Europea, dopo un incontro con il ministro delle Finanze Wolfgang Schauble.
"Ogni giorno che va sprecato peggiora la situazione", ha avvertito Strauss-Kahn da Berlino, mentre Trichet sottolineava l'importanza che una decisione venga presa "in modo estremamente rapido…e questo richiede una procedura veloce nel Parlamento tedesco". Sembra finalmente essere d'accordo ad "accelerare sui negoziati" per non compromettere la stabilità dell'euro anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, che, fatta questa concessione, arriva poi a mettere in discussione la decisione di Atene, evidentemente "non sufficientemente ponderata", di aderire alla moneta unica.
Ma l'incendio ormai è scoppiato e se la Grecia "si è assunta la piena responsabilità della crisi economica e finanziaria della crisi", l'eurozona deve assumersi la responsabilità di "impedire che l'incendio si diffonda" agli altri Paesi, è l'ennesimo appello del premier greco George Papandreou. Che oggi ha dovuto assistere ad una nuova impennata sui mercati dei tassi dei titoli di stato greci, quelli a dieci anni, che hanno fatto registrare un differenziale rispetto ai bond tedeschi fino a 847 punti base dai 690 di martedì, livello massimo dal 1996.
A conferma che l'incendio è scoppiato – e nonostante le rassicurazioni della Commissione europea secondo cui non esiste un rischio contagio – Standard & Poor's, dopo aver declassato ieri il debito di Grecia – a livello di 'junk' – e di Portogallo, oggi ha fatto altrettanto con la Spagna. Standard Poor's ha tagliato oggi il rating di Atene ad 'AA' da 'AA+'. L'outlook è negativo. Secondo l'agenzia, il Paese "va incontro ad un periodo più prolungato di attività economica stagnante rispetto a quanto previsto in precedenza".
La Commissione europea è intervenuta oggi per mettere a tacere le voci di una possibile ristrutturazione del debito. "Non è un'opzione né per la Grecia né per nessun altro Paese dell'eurozona, perché così è stato deciso, c'è una volontà politica espressa chiaramente", ha ripetuto più volte Amadeu Altafaj, portavoce del commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, che ha respinto anche le accuse all'Europa di ritardare il prestito. "Da venerdì scorso (quando è stata richiesta l'attivazione del meccanismo, ndr) la sequenza è stata accelerata, non è giusto dire che stiamo aspettando, non c'è nessun rinvio".
E che i negoziati stiano andando bene lo ha sostenuto da Tokyo anche il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. Sono "pienamente fiducioso" sulla possibilità che la Grecia "riceva in tempo dall'Fmi e dall'Ue l'assistenza finanziaria di cui necessita per portare a termine il suo programma di aggiustamenti e per preservare la stabilità dell'area euro", ha detto Van Rompuy, confermando che "entro il 10 maggio" si terrà un vertice dei leader dell'Eurogruppo per dare il via libera al prestito.