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Il Giardino delle Idee fiorisce anche d’inverno

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Una signora calma, sorridente, disponibile e gentilissima.
Vestita in maniera semplice ma impeccabile.

Una eleganza magica circonda il numeroso pubblico accorso all’Auditorium del Museo d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo in un sabato pomeriggio grigio e piovoso, quando Sveva Casati Modignani inizia a parlare, di cose profonde e personali: il suo racconto incanta con parole sapienti, scandite, che coinvolgono man mano sempre più e aiutano ad addentrarsi tra le pagine del suo nuovo libro.

La prima domanda la pone il sempre bravo giornalista e attore Francesco Maria Rossi.

“Una curiosità per cominciare. E’ vero che Lei per scrivere i Suoi romanzi non utilizza il computer ma una macchina da scrivere Olivetti Lettera 32?”

Non utilizzo il computer ma neppure una macchina da scrivere Lettera 32. Ho una Valentine, esposta anche al museo d’Arte Moderna di New York, E' perfetta, un’opera d’arte disegnata da une dei più grandi designer del Novecento, Ettore Sottsass: ha quasi quarant'anni ma non mi ha mai tradito. Ultimamente però trovo qualche difficoltà a reperire i nastri di inchiostro.

“Quando si parla di Sveva Casati Modignani non si può che partire dal nome, che di fatto è un nom de plume?” interviene Antonella di Tommaso.

Sveva Casati Modignani è uno pseudonimo nato quasi 30 anni fa, quando ho scritto il primo romanzo con mio marito. In realtà è stato l’editore a inventarlo e visto che ha portato da subito molta fortuna abbiamo deciso di andare avanti.

“Ha avuto dei pregi e dei difetti, se ne ha avuti, scrivere sulla stessa opera a quattro mani?” domanda ancora Francesco Maria Rossi

Francamente non saprei dirlo, perché in realtà i romanzi li ho scritti tutti io che, essendo donna, faccio; mentre mio marito, essendo uomo, criticava. Quindi finché ha potuto, interveniva sulle mie storie dicendomi: questo va bene, questo non va bene, questo te lo riscrivo io. Era un rapporto critico, ma molto costruttivo. Purtroppo è durato poco, da molti anni a questa parte ho dovuto fare da sola, però è andata bene ugualmente.

“Dei Suoi personaggi ce n’è uno che si identifica maggiormente con Lei ed un altro che invece è completamente diverso?” chiede Dory D’Anzeo.

Non ce c’è. Né che mi somigliano, né che non mi somigliano. Direi che tutti i personaggi che io racconto, sia maschi che femmine, hanno qualcosa di me, inevitabilmente, perché sono io che li racconto. Quindi probabilmente hanno il mio linguaggio, hanno i miei pensieri, qualche volta hanno anche le mie stesse reazioni, stessi comportamenti, però sono altro. Adesso, addirittura, nel mio nuovo romanzo mi sono messa a raccontare la storia di un uomo meraviglioso. E’ proprio l’uomo che credo ogni donna vorrebbe aver incontrato almeno una volta nella vita. Non accadrà mai perché Mister Gregory, così affascinante, nella realtà non lo trovi.

“Milano è sfondo prediletto dei Suoi romanzi dagli inizi della Sua carriera ad oggi. Quanto è cambiata questa città da allora?” domanda Francesco Maria Rossi.

Milano è cambiata tanto e male! Abbiamo degli amministratori pubblici che sono assolutamente una frana. Le cose non possono che andare male fintanto che non ci saranno iniziative vere, reali e concrete per sanare il degrado. Lo stesso atteggiamento di dare in pasto questa città al mondo della moda lo trovo assolutamente deplorevole perché se tu vai in centro e non trovi più il droghiere, il salumiere, la libreria (eccetto i grandi centro commerciali). La vita di quartiere non c’è più. Trovi soltanto negozi di firme, scarpe, borse e gioielli. E’ tutto un apparire. Ma l’essere? La sostanza? I contenuti? Dove sono?

“L’ultima domanda riguarda i finali dei Suoi libri, piacevoli, volti ad abbellire la realtà. C’è un aneddoto che ci ha raccontato arrivando ad Arezzo che riguarda Suo fratello quando tornò a casa ed avevo preso uno zero al compito e ci fu messo un uno davanti perché così era più bello” conclude Antonella di Tommaso.

Non è forse vero? E’ il desiderio di ognuno di noi.

L’incontro si conclude con l’intervento della dr.ssa Paola Refice della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici della Provincia di Arezzo ed il ringraziamento all’artista Piero Mattia Livi che ha voluto essere presente allestendo l’Auditorium del Museo d’Arte Medioevale e Moderna con alcune delle Sue opere molto apprezzate dal pubblico.

Il primo appuntamento della nuova edizione del Giardino delle Idee edizione invernale ovvero “Il Libro Parlato: incontri e confronti” è stato un successo inaspettato: e l’associazione La Fabbrica delle Idee, ideatrice e promotrice dell’iniziativa, non può che ringraziare un pubblico attento, silenzioso ed assolutamente inaspettato.