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Inchiesta gioco d’azzardo

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ROMA – Chiesto il rinvio a giudizio per Vittorio Emanuele di Savoia e altre 5 persone per l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al falso e alla corruzione per ottenere licenze per il gioco d'azzardo. La richiesta fatta a Roma dal pubblico ministero Andrea De Gasperis è un risvolto di una più ampia indagine che nel 2006 fu avviata dal pm Henry John Woodkock e che determinò l'arresto per una settimana dell'erede dei Savoia.
Secondo il pubblico ministero Andrea De Gasperis per la stessa accusa devono essere processati anche Rocco Migliardi ritenuto esponente della criminalità organizzata, Nunzio Laganà, Ugo Bonazza, Gian Nicolino Narducci e Achille De Luca. A partire dal 2004 avrebbero organizzato un'organizzazione per delinquere "impegnata nel gioco d'azzardo fuorilegge, associazione in mercato illegale dei nullaosta per la gestione dei videopoker rilasciati dai Monopoli di Stato". Il magistrato contesta anche al gruppo di imputati l'accusa di essersi dedicati al riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite attraverso casinò come quello di Campione d'Italia che sono però regolarmente autorizzati.
L'indagine svolta dal pm De Gasperis è un filone dell'inchiesta che nel 2006 fu avviata a Potenza dal pm Herny John Woodcock poi trasferita a Roma per competenza nel febbraio scorso. Il 14 luglio prossimo il gup Marina Finiti esaminerà la richiesta della Procura e deciderà. Vittorio Emanuele fu arrestato il 16 giugno del 2006 nell'ambito dell'inchiesta e per una settimana fu detenuto.

Articlolo scritto da: Adnkronos