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Macrì su Saracino e dichiarazioni di Marconi

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Macrì su Saracino e dichiarazioni di Marconi

AREZZO – Dichiarazione del consigliere comunale Francesco Macrì: “Il carissimo assessore, chiamato non solo Giuseppe ma anche ‘Armando’ in quanto la sua politica porta sempre a un ‘armandare’ le cose, i problemi e le varie soluzione degli stessi, attacca i rettori e di conseguenza i quartieri perchè non ha più voglia di svolgere la delega a
cui era stato chiamato un anno e mezzo fa dal Sindaco. Fin dal principio non ha fatto altro che attaccare l’operato dei quartieri, dei suoi rettori nonché il comportamento dei giostratori
disinteressandosi sempre dei veri problemi che l’Istituzione e l’Ufficio Giostra ha avuto e ha in questo momento. Ha partecipato illegittimamente a tutte le riunioni dell’Istituzione Giostra del Saracino proponendosi sempre con modi non appropriati e consoni al tipo di manifestazione
storica a cui è stato delegato, delega che comunque non ha per partecipare ai CdA. Sempre impreparato sugli argomenti all’ordine del giorno, mai ha affrontato con tempismo e professionalità gli argomenti che forse lo riguardava di più: i bilanci. A oggi è stato approvato con ritardo di un mese il bilancio consuntivo 2009 e il bilancio preventivo 2010 non è ancora stato approvato con circa 5 mesi di ritardo da quanto previsto dal regolamento dell’Isituzione (ma lui queste cose non le sa).
Approfitta e sponsorizza associazioni ‘amiche’ per tentare di rivoluzionare la giostra, che ricordo è una rievocazione storica densa di consuetudini e pertanto non modificabile senza alterare lo sostanza della manifestazione stessa, all’insaputa dei quattro membri del CdA e negando anche l’evidenza quando gli vengono fatti precisi quesiti in proposito. Non si rende neanche conto che alcuni dei progetti, ad esempio quello per eliminare la tribuna B-C e fare tutti i posti in piedi gratuiti, porterebbe all'Istituzione un disavanzo di circa 63.000 euro; l’Istituzione è già con bilanci risicati e stretti, non accantona da anni soldi per il rifacimento dei costumi, ed è quindi
impensabile poter rinunciare a un cifra del genere. La decisione che è stata presa recentemente dal CdA, con ampio consenso del Sindaco che presiedeva la stessa, è quella di allestire la Piazza
Grande in tempi più brevi e cercando di danneggiare, qualora mai esistesse questo problema, le attività commerciali che sono all’interno della stessa. Infatti è stato deciso di iniziare il giorno 7 giugno e completare lo smontaggio il 24 dello stesso mese; è stato previsto un raddoppio degli operatori che monteranno le tribune per ridurre al minimo i tempi e di montare la tribuna B-C solo la mattina allontanando quindi eventuali rumori e muletti nelle ore dove specialmente i ristoranti svolgono la loro principale attività.
Tanto per ricordare all’assessore, la soluzione adottata l’anno scorso a settembre, bocciata
da tutti compreso turisti, giostratori, quartieri e commercianti stessi che si sono ritrovati per giorni ammassi di ferraglia davanti al loggiato di Piazza, ha utilizzato 19 giorni per l’allestimento e smontaggio al contrario dei 18 previsti e forse 17 per il prossimo giugno. Sempre l’anno scorso, dietro sua imposizione e comunque alla fine con il consenso dei rettori, sono state stabilite delle regole sui giorni e orari di apertura per le settimane del quartierista; quest’anno i
quartieri hanno ripetuto gli stessi contenuti e l’assessore ha risposto ‘mi dissocio’; ma da cosa si dissocia se l’anno precedente è stato il promotore di queste regole? Forse anche queste non se le
ricordava! I quartieri e i rettori che li rappresentano, nel pieno rispetto degli accordi presi con l’amministrazione comunale, hanno allargato sempre di più la maglia sociale arrivando a 4.000 tesserati, svolgendo attività sociali e ricreative dove vi è ampia partecipazione dei giovani che
diversamente non sanno più dove andare in una città che, oltre alla Giostra del Saracino, offre pochissimo; gli stessi genitori degli adolescenti che affollano le piazze dei quartieri, sono contenti che i propri figli frequentino ambienti sani e dove all’interno vengono comunque fatte azioni di prevenzione e controllo di abusi vari. Si ricordi, caro assessore, che i dirigenti dei quartieri e gli attivisti, sacrificano le proprie famiglie e i propri lavori per poter avere questa alta funzione sociale e ricreativa, al contrario forse di qualcun’altro.